Il Grifone di Statuto ripropone invece il 4-3-1-2 con l’unica variante di Calderoni al posto di Giallombardo. “Indossate la nostra maglia, oggi deve essere battaglia”, è lo striscione che campeggia nella curva dei tifosi labronici.

Doppio amaranto. Scontata in avvio la trama di gioco, il Livorno deve fare la partita, così gli amaranto provano subito ad imprimere il ritmo. Il Grosseto però, contiene senza particolare affanno e non disdegna di punzecchiare la retroguardia labronica. Occorre attendere 20 minuti per vedere il primo tiro in porta, neutralizzato da Narciso in tuffo. È il preludio al gol, realizzato dallo stesso Belingheri al 23’, con una percussione in grado di eludere l’intervento di Antei e il tentativo di chiusura di Petras. Forte del vantaggio, la squadra di Perotti prende fiducia e aggancia uno spicchio di salvezza. Il Grifone, malgrado lo svantaggio, prova la reazione affidandosi alla testa di Sforzini, poi però Statuto perde per infortunio capitan Olivi ed è costretto a ridisegnare il pacchetto difensivo. Contemporaneamente il tecnico dei biancorossi sceglie di passare al 4-4-2, in quanto il Grosseto soffre sulle corsie esterne, così Esposito viene riportato a destra, nel suo ruolo naturale. L’equilibrio sembra ripristinato, ma è solo un’illusione, perché Bernacci di testa firma il 2-0 al 45’ minuto.

Tentata reazione. Il gol incassato poco prima dell’intervallo, pesa sulla condotta di gara dei biancorossi che, in ogni caso, provano subito una partenza vivace nella ripresa. Al 48’ Sforzini conclude per la prima volta nello specchio della porta dopo un suggerimento di Curiale. Esaurito il primo quarto d’ora, in cui il Grosseto gioca discretamente senza però risultare incisivo, la partita entra in stallo. Così mister Statuto prova ad agitare le acque inserendo Misuraca al posto di Curiale. L’inerzia della gara però, pur restando favorevole ai biancorossi, non produce le necessarie opportunità per rientrare in partita. Il Livorno bada ad addormentare il ritmo di gioco, mentre il Grosseto sbatte ripetutamente sul muro amaranto dando un vago senso di impotenza. Il merito della squadra di Statuto è comunque quello di non lasciare nulla di intentato e di giocarsela fino in fondo. Ci provano Esposito e il solito Nando Sforzini. Nel finale il Grifone resta pure in dieci uomini, perché Antei si fa male al ginocchio a sostituzioni ultimate. Il Livorno conquista così la salvezza sul campo, traguardo che il Grifone aveva già ottenuto in anticipo.

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