Non conosco la vita di Guido Ugolotti e di quanto il Mister biancorosso sia a debito o credito con il suo fato, certo è, che qui in Maremma, il destino ha deciso di fargli vedere la sua faccia più beffarda. Il primo esonero è dovuto certamente a una decisione affrettata del Presidente Camilli, ma la sceneggiatura del suo epilogo nella panchina biancorossa è opera del fato. Il pareggio dell’Ascoli in casa all’ultimo minuto di recupero e il rigore sbagliato da Caridi contro il Vicenza quindici giorni dopo, guarda caso sempre un secondo prima della fine, fanno ben immaginare il ghigno della fatalità a strapparci quattro preziosissimi punti. Uno scherzo mica da ridere, visto che, con il senno di poi, non è stato solo Ugolotti a farne le spese ma tutti noi, Società e tifosi compresi.

Questo è stato il passato e ieri era il giorno per scrivere una nuova storia, fatta di riscatti e di assetti tattici finalmente coraggiosi, facendo vedere allo Zecchini un allenatore sbilanciare la propria squadra all’attacco, alla ricerca di un punto prezioso quanto difficile da artigliare; l’avessero fatto altri, con squadre ben meno blasonate, forse oggi avremmo meno timori a guardarci indietro. Ieri doveva essere un nuovo inizio ma purtroppo, ancora una volta, il destino si è divertito a creare illusioni ottiche a un umano guardalinee, privando il Mister, e tutti noi, di un gol che avrebbe significato molto di più del punto guadagnato.

Non importa Mister, quella nuova pagina la scriviamo ugualmente, alla faccia di un destino dispettoso e incoerente, perché come ha voluto mandarla via, non ha fatto nulla per non farla ritornare. Forse perché era scritto fin dall’inizio, che ad allenare questa squadra fosse proprio lei Mister, e allora non si pieghi al fato ma ne sia protagonista; come ha detto in conferenza stampa vada avanti per la sua strada, noi la seguiremo, estimatori e critici tutti insieme, alla ricerca di una compattezza necessaria per affrontare una partita alla volta, percorrendo a testa alta, ogni metro da qui al traguardo.

 

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