È come in una regata.
Abbiamo due barche a vela che ci precedono.
Vanno veloci.
Hanno vento nelle vele.
Scivolano discretamente bene sull’acqua.
Sulla nostra barca l’equipaggio si affanna ma il il distacco non diminuisce, anzi l’impressione è che la nostra prua sia sempre più distante dalle altre due.
A bordo ognuno ha i suoi ruoli.
Ruoli molto ben definiti.
Ruoli da rispettare come in un esercito.
In uno spazio così ristretto è necessario per non creare caos ed entropia.
È necessario per essere una cosa sola.
È necessario per essere un meccanismo che mira alla perfezione.
Ci sono molti ruoli, dal prodiere al tattico, chi sta ai verricelli e chi si occupa esclusivamente delle vele.
Tutti ingranaggi fondamentali per il funzionamento complessivo.
Poi ci sono ruoli che richiedono molte competenze e responsabilità.
Il timoniere.
È lui che conduce la barca.
È lui che deve fronteggiare nel migliore dei modi situazioni di difficoltà.
Imprevisti durante la navigazione.
Infine c’è il responsabile delle decisioni finali.
L’unico e il solo.
Lo skipper.
È a lui che spetta l’ultima parola.
È lui che decide.
È lui il responsabile unico di tutto.
Barca ed equipaggio dipendono da lui.
Torniamo alla regata.
Il nostro skipper ha deciso di cambiare tattica.
Aveva due scelte.
La prima.
Restare in scia a chi ci precedeva, sperando in un loro errore.
La seconda.
Cambiare completamente rotta.
Andare in una zona del campo di regata diversa.
Andarsene dalla scia dei primi due.
Il nostro skipper ha deciso per la seconda opzione.
La più rischiosa e forse la più impopolare.
Ma proprio per questo la più affascinante.
Ha deciso di andare alla ricerca di vento nuovo.
Di quello che succederà di qui a poco non c’è certezza ma io tifoso, nel mio piccolo, una cosa la farò.
Prenderò aria nei polmoni.
Più che posso.
E soffierò su quella vela fino a quando la regata non sarà conclusa.

E sia chiaro, i punti da recuperare non sono sette su dieci partite, ma sono quattro su nove.
Avanti vecchio Grifo e buon vento!!!

T&GO

3 COMMENTI

  1. Approvo l’ottimismo anche se non lo provo. È forse giusto crederci ancora, ma io non ci riesco, non solo e non tanto per i punti da recuperare in sé, quanto per il fatto che la capolista marcia spedita col vento in poppa e nulla, ma proprio nulla, lascia presagire un crollo. Sono convinto che si debba puntare tutto su coppa Italia ed eventualmente sui playoff, se vogliamo evitare che questa stagione rappresenti un flop clamoroso e inatteso.

  2. È chiaro a tutti come sottolinea Sesto che la situazione di classifica è critica e non lascia presagire nulla di buono, però fin che c’è vita c’è speranza, dobbiamo ragionare partita per partita e ragionare che i punti da recuperare sono 4 prima dello scontro diretto.
    Comunque non dobbiamo abbatterci perché sarebbe importante cercare di staccare la quarta in classifica di 10 punti ed evitare così lo scontro nei playoff regionali in semifinale, in modo da affrontare direttamente la finale regionale, dove sarebbe importantissimo presentarsi come seconda classificata perché in quel caso avremmo a disposizione due risultati su tre.
    CONCLUSIONE: non dobbiamo mollare di un centimetro, affrontare gara per gara, pallone per pallone, contrasto di contrasto come se fosse l’ultimo, come se fosse quello decisivo per andare in serie D.
    Io sono ottimista per natura e voglio credere che in un modo o in un altro ce la faremo!

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