Il pressing alto è una filosofia.
E’ un modo di intendere il calcio ed anche la vita.
Vuol dire non restare in attesa.
Vuol dire anticipare gli eventi.
Vuol dire avere molta concentrazione.
Vuol dire rischiare.
Vuol dire essere sicuri dei propri mezzi, fin quasi all’arroganza.
Vuol dire fidarsi dei compagni, nessuno escluso, perché ne basta uno solo che non faccia la pressione giusta che tutto salta irrimediabilmente.
Vuol dire soprattutto credere ciecamente alle indicazioni del Mister, riconoscerne l’autorevolezza.
Bene, questo è quello che ho visto ieri.
Fin dal primo minuto abbiamo messo pressione agli avversari nella loro metà campo.
Poi loro con un paio di buoni fraseggi hanno eluso il nostro pressing ripartendo pericolosamente un paio di volte.
In quel momento la squadra poteva perdere fiducia nelle indicazioni del Mister e in loro stessi.
Ma non è successo, anzi.
Hanno continuato a pressare tutti insieme, con più attenzione e questo ci ha permesso di andarci a prendere la posta piena con una convinzione mai vista da inizio anno.
Il tutto con una tenuta atletica di assoluto rispetto.
A fine partita le sensazioni che mi sono restate addosso erano di una vittoria presa con prepotenza, contro un avversario che da sei turni era imbattuto.
Una sensazione di compattezza, consapevolezza e ripristino dei corretti confini dei ruoli, dal Mister all’ultimo dei giocatori seduti in panchina.
Bene.
Ma non esaltiamoci.
Hanno fatto il loro ma soprattutto non hanno fatto ancora nulla che possa riaprire il discorso campionato.
Restiamo nel bel mezzo di un guado in cui ogni appoggio è maledettamente scivoloso e la corrente tende costantemente a trascinarci via.
Ma loro domenica hanno dimostrato, perlomeno, di saper ancora lottare.
E noi?
Noi tifosi siamo ancora in grado di aiutarli?
Siamo in grado di incoraggiarli a superare il guado sostenendoli a gran voce dalle sponde del fiume?
Lo zoccolo duro della Nord e della tribuna c’è sempre, come sempre.
Ma domenica è stato registrato il minimo afflusso di gente della stagione.
Più o meno trecento voci sono mancate all’appello.
Trecento che hanno girato le spalle a chi sta faticosamente annaspando in mezzo alla corrente.
Liberi ovviamente di farlo ma…
Il progetto dei Ceri, per chi ancora non l’avesse capito, ha bisogno di tutti noi, nessuno escluso.
Come il pressing alto.
Bisogna avere fiducia cieca l’uno dell’altro.
Bisogna crederci e restare compatti.
Perché ne basta uno, uno solo che non faccia la pressione giusta che tutto salta irrimediabilmente.

T&GO

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