Io non ho ancora capito che tifoso sono e, a dire il vero, neanche me ne frega più di tanto.
Però una cosa è certa, in curva ci sono delle gerarchie non scritte ed io, da sempre, ho deciso di rispettarle.
Ripeto, IO HO DECISO, di rispettarle.
Il motivo è semplice.
C’è un gruppo di persone che durante la settimana, nonostante gli impegni personali, organizza il lavoro per la domenica.
C’è un gruppo di persone che la domenica colora la curva e canta per 90 minuti.
C’è un gruppo di persone che ama e custodisce l’onore dell’unica cosa che conta, la maglia,
E lo fa anche per me.
Per questo hanno avuto e avranno sempre il mio rispetto.
Io sono un gradino sotto di loro e la cosa non mi disturba affatto.
Ci convivo con la stessa naturalezza con cui ho da sempre accettato l’esistenza di quello ‘migliore’ di me.
Invece continuo ad avere problemi di convivenza con chi ha la stessa fermezza di una banderuola sulla prua di una nave in balia di una tempesta.
Ho problemi di convivenza con chi ostenta se stesso.
Ho problemi di convivenza con chi straparla da anni seduto sul divano di casa.
Ho problemi di convivenza con chi vanta una professione senza onorarla.
Ho problemi di convivenza con chi si loda di non essere un tifoso ma lo vuole essere all’occorrenza.
Ho problemi di convivenza con chi un giorno “lecca il culo” a Camilli e il giorno dopo non esita a screditarlo.
Ecco, queste persone non avranno mai il mio rispetto ma solo derisione in punta di fioretto.

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