Fuori dalla Coppa Italia TIM, rimontato dal Carpi, formazione che qualche grattacapo poteva crearlo, ma indubbiamente inferiore dal punto di vista tecnico. D’accordo, le attenuanti sono molteplici, il calcio d’agosto spesso illude, oppure concede spazio a valutazioni errate. Ciò che emerge però, a margine di una brutta serata surreale, è che la strada che dovrà percorrere Francesco Moriero, alla guida del Grosseto, è tutta in salita. Il peso delle vicende extra-calcistiche ha preso il sopravvento in modo nitido, lasciando nella testa dei giocatori un grande vuoto e nelle gambe una pesantezza difficilmente arginabile. Poche idee, poco gioco, tanto smarrimento. La sintesi dello scivolone maturato allo Zecchini, sta tutta nelle parole del dopo gara, in cui Moriero rende omaggio agli avversari, ma al tempo stesso non può dribblare l’argomento retrocessione che diviene fardello opprimente anche nel lavoro quotidiano. E’ vero, forse senza l’espulsione di Ronaldo dopo appena 6 minuti di gioco, la gara avrebbe preso un’altra piega, però al di là di un generoso e mai domo Sforzini, i biancorossi hanno davvero fatto vedere poco sotto il profilo di unità di squadra. Il monotono schema offensivo del “palla alta per Sforzini e tutti a guardare” a lungo andare è risultato disarmante. Brutti segnali insomma, a cui magari si può porre rimedio. Come? Lavorando serenamente, e non è il caso dei biancorossi, oppure con il mercato. Già, perché Camilli molto spesso ci ha abituati ai fuochi di artificio nelle ultime ore dell’ultimo giorno di trattative, andando a prendere quei giocatori che servivano per il salto di qualità della squadra. E qui nasce un altro problema, perché il tempo stringe e non è una questione di andare a ingaggiare l’elemento mancante, piuttosto di conoscere l’esito definitivo di una sentenza che ingessa lo stesso Camilli, impegnato in una estenuante battaglia legale. Nella passata stagione il Comandante, imbufalito dal cappotto incassato a Parma in Coppa Italia, annullò la presentazione della squadra, quest’anno invece, l’eliminazione ancor più clamorosa dalla competizione nazionale, passa quasi sotto traccia. E’ un altro aspetto surreale di questa estate biancorossa, contraddistinta da un paradossale processo sportivo in grado di fagocitare tutte le emozioni.

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