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Erodiani racconta la miseria della sua vita e mentre lo fa suda sgradevolmente il suo imbarazzo.
Ha gli occhi smarriti, diffidenti, intimoriti, non particolarmente intelligenti.
Cambio d’inquadratura: un ex giocatore dell’Ascoli descrive la sua “prima volta”, al contrario di Erodiani non suscita repulsione fisica, gli occhi sembrano sereni, forse c’è un velo di tristezza, forse un po’ di pentimento, sicuramente ingenui.
Improvvisamente, nel suo sguardo, una stonatura: un lampo avido gli attraversa l’iride proprio mentre descrive, senza che ve ne fosse la benché minima necessità, il modello di Mercedes con cui gli “zingari” lo vanno a prendere, è solo un lampo ma svela una debolezza più forte della sua volontà.
Altra intervista: un pentito di camorra descrive apertamente le sovrapposizioni che esistono tra le diverse mafie e il mondo del calcio.
I suoi occhi sono convincenti, penetrano.
Mostra un paio di video, uno riguardante il suo matrimonio e l’altro relativo al battesimo del figlio.
I filmati sono una carrellata di volti di personalità di spicco della camorra, veri e propri numeri uno, tra la gente compare anche Aronica, del tutto a suo agio tra sorrisi e strette di mano.
I suoi occhi l’hanno sempre tradito, dentro il campo e fuori.
Piccoli, freddi e con riflessi pericolosi.
Spengo la televisione e penso a quella carrellata di sguardi.
Penso ai loro occhi quando erano bambini.
La vita gli ha indurito la pelle e l’anima.
La vita gli ha cambiato lo sguardo.
I loro occhi non erano così.
La luce, la luce negli occhi, è quella che è cambiata.
Lo sguardo si rompe solo quando si rompe qualcosa dentro.
Perché gli occhi tradiscono sempre, è per questo che non tradiscono mai.

Roberto Bongini