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Mancano una manciata di secondi alla fine della partita.
Per l’esattezza 15 secondi.
Pochissimi maledetti secondi alla fine della partita.
Il numero 10 avversario prende palla sulla sua trequarti e, tornando provocatoriamente indietro, si va a rifugiare nei pressi della bandierina del calcio d’angolo.
La partita è segnata, stiamo perdendo 1 a 0.
Tu che faresti?
Le scelte sono due.
Precipitarsi a fare pressione su quel numero 10, con le buone o con le cattive, come Bonanni a Treviso.
Si, proprio come Bonanni a Treviso.
Corsa sulla bandierina dell’angolo e pressione immediata sull’uomo con “zampata correttiva” (una sorta di mezza girata con gamba parallela al terreno di gioco ad altezza ginocchio), stilisticamente perfetta, per poi voltarsi, senza neanche aspettare l’esibizione del rosso da parte dell’arbitro, ed avviarsi tranquillamente verso le docce.
Uno dei gesti tecnici più pregevoli che abbia mai visto fare durante una partita di calcio.
L’altra possibilità invece sarebbe quella di approcciare la cosa pensando che la partita ormai è irrimediabilmente compromessa e quindi passivamente lasciare che gli ultimi secondi (o minuti!!!) scorrano.
Magari sperando che lo facciano il più velocemente possibile affinché quell’atteggiamento indolente non sia a lungo protagonista dello spettacolo offerto ai propri sostenitori.
Io so quale dei due atteggiamenti adotterei.
Lo so semplicemente perché preferisco l’agire rischiando di sbagliare al restare alla finestra aspettando pigramente l’esito (magari anche scontato) degli eventi.
Preferisco stare tra quelli che verranno criticati o sfottuti perché hanno “agito” che tra quelli che dalla finestra urleranno il più classico e sbiadito dei “Te l’avevo detto io!!! Beiiiiiiiiiii!!!”.
Perché quando tutto è finito e anche l’ultima speranza è svanita, è esattamente in quel momento che si vede di che pasta siamo fatti.
Perché nella vita l’importante non è saper vincere ma è saper perdere.
Sto dalla parte di chi combatte fino all’ultimo.
Sto con chi ci mette la faccia.
Io sto con Bonanni.
Io sto con chi agisce.

Roberto Bongini