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Mi ricordo ancora quando arrivò in Maremma. Praticamente, ai più, uno sconosciuto.
Andai sul web per cercare di capirne qualcosa in più, come spesso è costretto a fare chi lega il suo cuore alla squadra della propria terra, costi quel che costi, senza stare tanto a badare a blasoni distanti e dalle inflessioni poco familiari.
Fui subito incuriosito dalla sua nazionalità e dal suo curriculum.
Infatti il Cile è madre di calciatori dai piedi buoni e dall’agonismo giusto e Moratti anni prima lo aveva portato all’Inter perché evidentemente c’aveva visto qualcosa di “non comune”.
Nelle vie della caotica Milano e nelle sue seducenti veglie, però, la storia calcistica di questo ragazzo, poco più che maggiorenne, si smarrisce.
Nessuna colpa particolare nel perdere la rotta in giovanissima età, tra candide lenzuola e cosce sode; l’accusa semmai andrebbe fatta al sistema calcio, che ieri come oggi, per certi versi, mi da il disgusto.
Quello che accadde nei 5, 6 anni a seguire è, più o meno, quello che capita ad un pilota di F1 quando perde il controllo della sua vettura; una serie di velocissimi testacoda ed urti più o meno violenti, tali da fargli perdere completamente l’orientamento.
Rapidamente: prima in Spagna, poi in Portogallo, poi di nuovo in Spagna, in Scozia, un salto in Cile, poi ancora in Scozia, una visitina in Brasile e infine l’approdo a Cipro; il tutto disseminato da una serie infinita d’infortuni muscolari….e molte, molte altre lenzuola.
Poi, la mia indole romantica vuol farmi credere che questo meraviglioso calciatore abbia incontrato, nel suo interminabile, frenetico girovagare, la donna giusta, l’unica che ha saputo leggergli dentro, l’unica per la quale è valsa la pena tirare giù l’ancora ed ormeggiarsi per un po’ in acque tranquille e limpide.
La mia fantasia me lo fa immaginare mentre inizia a condurre una vita regolare, fatta delle giuste ore di sonno, di alimentazione sana e continuità negli allenamenti.
E’ un attimo, fisicamente e mentalmente ha inizio una nuova primavera.
Il resto è noto a tutti, soprattutto a noi.
Quel bel ragazzo cileno dall’aria smarrita, lascia il posto ad un uomo capace di mettersi sulle spalle un reparto intero, un uomo capace di sfiorare praticamente da solo una storica promozione nel calcio patinato.
Il podio dei gol più devastanti, potenti e spettacolari mai fatti con la nostra gloriosa e antica maglia è tutto suo.
Uno di quei giocatori che non ti permette distrazioni neanche dopo aver gonfiato la rete, lo spettacolo che offre continua sulla corsa che segue il gol, protagonista di esultanze P E R F E T T E, non ci sono altri modi per descriverle, di quelle che tutti i tifosi sognano e che tutti ci hanno invidiato.
Da noi le prime furono rabbiose, dal sapore di riscatto, poi tutto fu più gioioso e naturale.
Mai nessuna esultanza studiata a tavolino, ogni volta un modo diverso di gioire, ogni volta l’istinto a guidarlo, tra le braccia dei compagni o nella ressa tra gli Ultras come domenica scorsa.
Uno di quei giocatori con quella rara dote che gli permette di spaccare la partita e il cuore.
L’indole di George Best, il cuore e l’esultanza del Tardelli datato ’82 e una maglia, quella rossa con la banda bianca, la nostra: ecco come mi piace ricordarlo.
Per te che mi ha rapito il cuore, giù il cappello per sempre.
Suerte Mauricio, Grosseto non dimentica.

T&GO

Roberto Bongini

4 thoughts on “51

  1. ma caro presidente ma pensi che si possa vivere di ricordi il ritorno di cuccureddo 3 anni che non allena ma dai

    1. Perchè c’è bisogno di un supplettivo corso di aggiornamento ad un sognore di quasi 70 anni che ha vissuto sempre di calcio? Ma dai!!!

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