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Risolto apparentemente un problema, ecco che all’orizzonte se ne profila un altro. La difficoltà realizzativa del Grifone ha contraddistinto in maniera marcata la prima parte della stagione. Squadra solida, si diceva, in quanto fino alle ultime due uscite, la difesa non aveva mai incassato più di un gol partita, ad eccezione ovviamente del nefasto esordio in quel di Pontedera alla prima giornata, con un 5-2 che sembra appartenere ad un’altra era calcistica. Difesa rocciosa, quindi, peccato però che per vincere le partite servano le reti dell’attacco, vero tallone d’Achille della squadra biancorossa, rimasto più volte scoperto. Nel periodo di Cuoghi, in effetti, i maremmani hanno stentato parecchio sotto porta, non riuscendo mai a segnare più di un gol, ad eccezione del 2-0 rifilato alla capolista Perugia nella gara dello Zecchini.

Con Cuccureddu, era atteso un cambiamento sotto questo profilo e, in effetti, apparentemente è arrivato: 2 reti rifilate al Viareggio e altrettante inflitte al Prato, in grado di portare in dote 6 punti e una sorta di rinascita. Pazienza se contro il Barletta, i biancorossi hanno fanno harahiri divorandosi l’impossibile e chiudendo sullo 0-0, palesando così vecchie cronicità. Gli interventi sul mercato puntavano a risolvere il problema: fuori Scappini e Montalto (un gol in due in 25 presenze totali), dentro Ferretti e Marotta (due gol in due in 5 apparizioni totali). Ecco allora il cambio di passo offensivo, finalmente 4 reti in due partite, contro Pontedera e Benevento, ma il problema opposto alla voce dei passivi, con ben 5 segnature incassate nei due scontri diretti. Se l’attacco diventa prolifico, quindi, la difesa diviene un colabrodo, infilando una serie di errori grotteschi, come quello di Lanni sul 2-2 del Pontedera, o quello di un’intera squadra che becca un micidiale contropiede da 3 contro 2, offrendo a Negro il colpo mortifero assestato dal Benevento.

La coperta è quindi corta, ma la preoccupazione, piuttosto che legata ai singoli reparti, va verso la ricerca di una identità che questa squadra, ormai da diverse stagioni, non riesce a trovare. Gli allenatori finiscono regolarmente nel tritacarne con continui cambi in panchina e stravolgimenti di moduli, idee, gerarchie, personalità. A questo ci sono da aggiungere le decisioni arbitrali, mai favorevoli ai biancorossi. Un solo rigore concesso in questa stagione, per altro fallito da Esposito contro l’Ascoli, e una serie di recriminazioni che si protraggono di partita in partita, fino all’ultimo, clamoroso, episodio di Benevento, con un penalty accordato per un vistoso mani in area e poi sottratto. Al fronte di una rosa che potenzialmente appare di qualità, in ogni caso, ci si interroga sulla posizione di classifica occupata dal Grosseto. Il livello del campionato, ora che il giro di boa è stato superato, è tendente alla mediocrità e con il trascorrere del tempo e delle giornate, il rischio è quello di trascorrere un’annata contraddistinta dai rimpianti.

Lorenzo Falconi

One thought on “Grifone: quando la coperta è corta

  1. Senza una seria programmazione non si va da nessuna parte. Sono diversi campionati in cui la proprietà si contraddistingue per l’improvvisazione. E’ una politica che non paga………..

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