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Tutti coloro con il cuore plasmato nel senso di giustizia, come quelli la cui moralità rifugge a ogni tentazione al sovvertimento delle regole per il conseguimento di un risultato, sono avvisati: astenetevi dal continuare nella lettura.

Io mi rivolgo a tutti gli ingiusti e gli scorretti che hanno gioito dopo la convalida di un gol, apparentemente realizzato, grazie ad uno dei fuorigioco più esagerati della storia del calcio.
E’ difficile descrivere gli accadimenti di un attimo, i pensieri sono velocissimi e le sensazioni avvolte da un’euforia che ne dilata il tempo e la dimensione ma è in quella bolla spazio temporale che realizzi la sordida gioia regalata da un atto ingiusto.
La sensazione di essere finalmente il tifoso di una squadra che del sopruso ne ha fatto la sua caratteristica tecnica, la consapevolezza di gestire un potere che giustifica ogni mezzo per raggiungere la vittoria, gioire per i tre punti che diventano meritati proprio in funzione del suo essere squadra dominante.

La soddisfazione prende campo quando tra le tue sinapsi viaggiano i ricordi del gol annullato nei play off contro il Rimini e poi ancora, in un collage d’immagini rabbiose, tutti i soprusi, le parzialità, le vessazioni e le penalizzazioni subite in questi anni, la gioia viene così estasiata dalla realizzazione della vendetta e tutto assume paradossalmente un senso di giustizia assoluta, divina.

Le proteste dei dirigenti del Santarcangelo sono fastidiosi rumori di fondo e tornando a casa ti rifiuti persino di dare la precedenza per il semplice motivo che l’altro ha la macchina più piccola e più vecchia della tua. Il bello dell’ingiustizia è di avere un metro di valutazione particolarmente soggettivo; tutto diventa lecito e giustificabile.

E’ sera e le moviole hanno sentenziato che quello che sembrava un meraviglioso gol in fuorigioco è in realtà un’azione perfettamente in linea con quanto espresso dal regolamento, forse al limite ma quanto basta per non sentirti più il dominante capace condizionare le menti di arbitri e guardalinee. Ti hanno dato il tuo, niente di più niente di meno, anzi ti è andata pure bene che nel dubbio hanno scelto di non favorire uno più sfigato di te.

E’ stato bello essere ingiusti e felici, anche se è durato solo un attimo, non bastano le parole di conforto a osannare l’etica, la moralità, la sportività, il peccato si sa è molto più ammaliante e poi adesso che sei il solito “nessuno” avverti quella punta di acidità che ti sale dallo stomaco; la prossima è ad Ascoli e ci scommetto, sarà ancora una questione di rabbia, fegato e bile.

Leonardo Culicchi

2 thoughts on “Ingiusti e felici

  1. Come sempre è bello leggerti, Leo, ma la prossima volta sii più attento: io non ero in linea, non ero a centro tribuna, ma ho avuto da subito la sensazione che Pichelmann fosse in posizione regolare. Torromino no, era in fuori gioco, ma non partecipa all’azione, il centravanti per me da subito era in posizione regolare. Sarò stato semplicemente più fortunato di te, ma a sera, poi, hanno dato ragione a me. La cosa che mi dispiace è non aver vissuto quei momenti di ingiustizia che te descrivi, ma alla fine è andata meglio così. Un affettuoso lettore.

  2. Grazie Antonio, tu non sei più fortunato di me, sei sicuramente più bravo a fotografare l’attimo. Io ho voluto raccontare una sensazione per far pensare o nel minimo divertire chi ci legge e se questo con te è riuscito va benissimo aver preso un abbaglio sul fuorigioco. A presto

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