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Il Natale è magia e forse, il suo incantesimo più forte, è quella di togliere al calcio tutte le nefandezze raccattate nel corso dell’anno e visto che sono un buonista non ottusamente idealista, prudentemente quest’articolo lo scrivo prima della partita con l’Aquila, per essere certo che nulla, ma proprio nulla, possa togliermi il senso di festa alle parole che seguiranno.
Il Natale quindi è magia ma solo i bambini possono coglierne appieno il significato e allora, come se tornassi ai tempi dell’elementari, mi sono assegnato il più classico dei compiti in classe: “Il mio compagno di banco”.

Svolgimento

Il mio compagno di banco non è uno solo, sono tanti e sono bambini di tutte l’età, ad esempio Bianca è nata pochi giorni fa, forse le contrazioni della madre sono iniziate proprio con il gol di Torromino allo scadere della sfida con il Prato. Figlia di accaniti tifosi già la vedo tra vent’anni cantare orgogliosa con le Ragazze del Grifone e magari, in estate, macerarsi nella paura se Camilli questa volta lascerà davvero oppure no.

Tra i miei compagni di banco c’è anche Damiano, nato a Roma cresciuto a Roma e tifoso del Grosseto; perché per lui l’avventura è mettersi in macchina con il padre e correre emozionato verso lo Zecchini, io non capisco come fa, dev’essere che Damiano ha il cuore puro del tifoso, non cerca la vittoria certa, né l’enfatizzazione delle grandi squadre; chissà perché tra il Pupone e Pichlmann lui scelga l’austriaco, mi sono detto che forse lui vuole solo emozioni e sa benissimo che l’emozione più forte è quella gioia che nasce da una sofferenza.

Davanti al mio banco c’è Alessandro, lui vive il calcio nel DNA di suo padre, sta in uno dei gabbiotti che sovrastano la tribuna stampa e dopo che il suo babbo gli alza il pistone della sedia girevole al massimo perché altrimenti non arriverebbe a vedere che un piccolo pezzetto di campo, tira fuori la sua matita e inizia a segnare sul tabellino calci d’angolo, ammonizioni, sostituzioni e via così. Ogni volta il bisogno di una domanda, un perché per costruire le sue conoscenze. Dura un tempo non di più, poi tira fuori l’Ipad dove rigorosamente gioca solo a Fifa 2015 ed ha tutto quello che vorrebbe avere nel suo mondo: suo padre, lo stadio, il gioco.

Accanto a me c’è anche Christian, lui è il più invidiato da tutti noi: fa il raccattapalle ed è così vicino a tutti quei giocatori che a noi bambini sembrano finti da quanto sono bravi, prima li vedevamo anche nell’album della Panini, ora meno, ma va bene lo stesso.
Christian di solito sta sul corner, immobile per novanta minuti come una piccola sentinella perché sa che in quei lunghissimi minuti ci saranno solo un paio d’occasioni in cui far vedere di essere pronto. Forse il pallone non uscirà mai dalla sua parte, è già risuccesso, ma a lui poco importa, lui è li, con il suo cuore nel cuore del calcio e questo gli basta.

Il mio banco è particolare, è tondo e quindi intorno a me, signora Maestra, ci sono tantissimi bambini, alcuni vanno in tribuna altri in curva pochissimi in gradinata, tutti tengono la loro manina in quella calda e protettrice del padre, i più fortunati, dall’altra parte stringono anche quella delicata della mamma. Per la verità quasi tutti si distraggono, perché ammettiamolo, il calcio visto è un po’ noioso, il calcio è meraviglioso se giocato, in campo o alla Play Station non importa, basta che la fantasia ne sia la protagonista. Nei loro occhi c’è il futuro, nei loro sorrisi l’entusiasmo e dovunque voli il Grifone, al goal il loro cuore ballerà nelle musiche indiavolate messe da quel bambino che sta al gabbiotto dello speaker.

Mi scusi Signora Maestra, se questa volta sono stato un po’ lungo ma guardando bene tra i tutti i miei compagni di banco mi sono accorto che alcuni bambini hanno i capelli bianchi e la faccia rugosa, forse il calcio non è poi cosi male, d’altronde un po’ di magia deve averla per forza se riesce a trasformare tutti noi in bambini per almeno novanta minuti.

Ps. Questo tema mi piace, chissà se quel bambino della quarta C me lo mette sul suo sito biancorossi.it? Magari mentre lui passa tutto il giorno ad inserire foto e formazioni io gli faccio i compiti d’italiano e matematica; accetterà? Io ci provo!

Leonardo Culicchi