Loading. Please wait.

Il nono turno porta allo Zecchini la Viterbese Castrense. Gara difficile per il Grifone secondo in classifica (17 punti), non facile per gli avversari quinti con 13. Gli antagonisti hanno velleità di primato proiettate nel prossimo futuro con il passaggio in Lega Pro. Per l’uccellaccio e il suo popolo è una partita da non perdere in ottica sportiva dove confluiscono affluenti molto particolari le cui sorgenti affondano le radici negli ultimi quindici anni. Bazzecole. A livello calcistico la Viterbese Castrense non fa notizia, quello che amplifica l’eco è il suo proprietario, l’uomo capace di mandare in orbita il Grifone per poi strapazzarlo sulla polvere. Non sappiamo se sarà presente in tribuna – voci lo indicano come possibile spettatore al Niccolai di Manciano dove scende il Roselle di cui è sponsor – non sappiamo chi della sua famiglia siederà sulle poltroncine azzurre. Ignorare non è importante. Quello che conta veramente è l’atteggiamento del popolo nei confronti di chicchessia. Tenere alta la bandiera biancorossa non significa imprecare, tanto meno offendere, neppure usare gestacci di cui la tribuna stessa è già stata particolarmente ricca in passato. Usiamo l’indifferenza, il silenzio, guardiamo il Grifone in campo, incitiamolo a superare l’ostacolo. Alla fine, qualunque sia il risultato, abbracciamo la squadra, giriamo le spalle al passato, usciamo dallo Zecchini senza voltarci o alzare gli occhi alla tribuna. Risposta migliore non esiste, la freddezza silenziosa è come la goccia d’acqua che modella la pietra.

Giancarlo Mallarini

One thought on “La goccia d’acqua

Comments are closed.