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OLBIA: Carboni, Pinna, Negrean, Geroni (38’ st Steri), Dametto, Miceli, Zucchetti (42’ st Cacciotti), Gallo, Formuso (20’ st Caboni), Piredda, Mastinu. A disposizione: Ciotti, Malesa, Molino, Aloia, Capuano, Cossu. All. Mignani.

GROSSETO: Gagno, Libutti, Schettino (10’ st Macciucca), Peana (30’ st Nappello), Nichele, Di Giorgio, Lavopa, Olivieri, Vaccaro (10’ st Palumbo), Zotti, Di Gennaro. A disposizione: Lanzano, Baylon, Cremonini, Lauria, Patierno, Ungaro. All. Giacomarro.

Il Grifone si affloscia come un budino troppo liquido, si rattrappisce cadendo dentro il pozzo delle sue paure, timori e incapacità di oltrepassare la linea che separa i vincenti dai sufficienti. I colori biancorossi si stemperano sull’erba del Nespoli di Olbia lasciando via libera a Viterbese Castrense e Rieti con l’Arzachena formato aggancio. Una delusione massiccia, ulteriore dimostrazione che quando l’asticella si alza il Grifo rallenta, si scansa, si defila diventando pietanza appetitosa per gli avversari. Dopo 7’ ecco che i biancorossi grippano i pistoni privi d’olio: Formuso raccoglie la respinta corta di Gagno scaraventando in rete una sfera diventata saponetta per la difesa imbambolata. Passa 1’ e l’Olbia, direttamente da corner, colpisce la parte alta della traversa. Periodo nebbioso, di sbandamento. Ricercando tra le sue qualità il Grifone trova l’azione del pari: Zotti crossa dalla destra, Di Gennaro devia di testa per Vaccaro, controllo con palla spedita all’angolino destro di Carboni. Momento luminoso. Di Gennaro spara (37’) un pallone verso il sette, Carboni vola come sollevato dal vento (forte) che soffia sul campo riuscendo a intercettare la saetta. Visione positiva. Finisce il tempo con l’impressione di un Grifone in grado di controllare pensando anche ai tre punti. La ripresa è maggiormente monotona, calano i ritmi, le emozioni latitano. Basta uno scatto di Mastinu per far girare la testa alla difesa biancorossa, il capitano cade in terra, per l’arbitro è rigore. Dal dischetto Mastinu è preciso come un compasso, 2-1. Il peggio del Grifone emerge in quel momento. Squadra sfilacciata, priva di mordente, morale in fuga, scarsa corsa. Il tecnico Giacomarro cambia uomini, la squadra tiene le marce basse fino al termine. Sconfitta nera come la pece, contenuti di gruppo non pervenuti. Viene da pensare che esista una mentalità da perdenti con strumenti da vincenti. E anche questo è macchiavellico.

Giancarlo Mallarini