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Fumogeni rossi e cori per il Grifone. Sono quelli accesi e cantati dai ragazzi della Nord durante la pomeridiana seduta di allenamento svolta sul terreno del Palazzoli. L’intento era quello di riconfermare la fiducia e risvegliare le maglie biancorosse dopo la quarta caduta stagionale. Diluito lo sconforto per una sconfitta inaspettata, digerito la mollezza generale dei singoli, ecco l’affetto prevalere, farsi strada per approdare allo scontro diretto con il Rieti di domenica prossima. Olbia ha detto che il periodo del Grifone non è dei più felici. Per la terza volta l’uccellaccio non ha saputo giocare da capolista, non ha avuto il guizzo della più forte, non ha dimostrato carattere facendo prevalere i difetti invece dei pregi. Il Grifone non sarà una squadra ammazza campionato ma non è nemmeno un materasso. Nei momenti topici, invece, si nasconde in preda a chissà quali orrendi pensieri, si narcotizza da sola, si spegne. In quelle circostanze non ha il volante nelle mani, sbanda e cade in fossa. Questi eventi diventano ancora più incomprensibili pensando alla personalità del mister, al suo ardore agonistico. Intorno a Giacomarro il tempo sta mutando, dal sereno si è passati ad un leggermente coperto. Le voci del popolo iniziano a pizzicarlo, le domande aumentano, i perché si rincorrono. La solidità è ancora forte ma le perplessità non mancano. Anche Pincione ha subito la sua razione di dubbi legati all’esternazione fatta prima di una gara delicata come quella con il Rieti. “Vinciamo. In caso contrario ci saranno provvedimenti drastici”. In sintesi è questo il messaggio lanciato dal presidente. Voci e sussurri poi si sono fermati. Non è il momento ideale, la voglia di unità ha la meglio su tutto. L’auspicio vero è di uno Zecchini stellare, di uno stadio arroccato sul nido dell’uccellaccio, di bandiere, voci e calore intensi. Il dopo si spera non sia di processi e allontanamenti, di delusione e mal di pancia, ma una ripresa in stile Grifone.

Giancarlo Mallarini