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Se tornasse la malaria non avremmo più l’illusione di una squadra vincente. Gente assopita che non si è resa conto dell’importanza della posta, che doveva scavare solchi e invece non ha saputo incidere, che è scivolata sull’erba dello “Zecchini” così come sul sintetico rovinato di campetti di periferia senza lasciare traccia: impalpabile e incolore. Gente a cui non è MAI mancato il lusso del supporto e della stima dei tifosi, in cui avevamo riposto tutte le nostre speranze. Uomini che hanno buttato al vento l’opportunità di essere la squadra di Grosseto, di mangiarsi gli avversari, di far valere le loro e le nostre qualità.

Se tornasse la malaria sapremmo con sicurezza quello che farebbero gli americani: scapperebbero. Lo sapremmo con dignità e con certezza, senza bisogno che nessuno trovi il tempo o il modo di giustificarsi. Avremmo un motivo serio e concreto per comprendere perché, un progetto importante e ambizioso si è arenato alle prime difficoltà. 5000 euro tornerebbero ad avere il valore che si meritano e le persone penserebbero a migliorarsi e a imparare dai propri errori per fare sempre meglio, dandosi tempo. Saremmo ancora una volta soli ma coscienti della forza e della passione che sappiamo esprimere.

Se tornasse la malaria la politica la farebbe la gente. Non ci sarebbero più promesse da sbandierare o posti da ricoprire. Ognuno agirebbe per il proprio bene ma anche per quello della comunità perché senza crescere assieme nessuno crescerebbe davvero. Non ci sarebbero più giochi di potere e scelte di partito. La gente si parlerebbe, trovando soluzioni opportune e condivise, giocando dalla parte della propria terra.

Se tornasse la malaria salverebbe sicuramente noi, il popolo biancorosso: i malati di Grosseto, con una percentuale consistente di sangue bianco, semplicemente perché da solo il rosso non ha alcun senso. Quelli che si commuovono per un tramonto a Marina, che vedono il Duomo della nostra Città come il più bello del mondo, che la domenica (ma anche se non è domenica va bene lo stesso) vanno avanti a tortelli e Grifone. Quelli che “Sol per te Maremma” la cantano prima col cuore e poi con la voce, quelli che della malaria sono i veri figli, portatori sani di Maremmanità.

Giacomo Spinsanti