Le cifre dicono che il Grifone è secondo in tutte le latitudini del campionato: in generale con 59 punti, in casa con 34, in trasferta con 25 dove la Viterbese Castrense ne accumula solo due in più. I gol fatti (63) incoronano i biancorossi come migliore attacco del girone, quelli subiti (40) scoprono il nervo infiammato di una rosa non in grado di curare questa fase del gioco. Una carenza da spalmare iniziando dal portiere, finendo agli attaccanti attraversando il centrocampo. In poche parole una deficienza collettiva alla quale Giacomarro prima e adesso Orlandi non hanno saputo tamponare nonostante intere sedute settimanali dedicate a questo compito in classe. Studenti distratti o insegnanti impreparati? Impossibile stabilirlo, di certo a giugno i promossi saranno una minoranza. Trascinandosi il peso di tante pecche il Grifo trafigge consecutivamente Albalonga e San Cesareo. Due successi, due temi praticamente identici incollati da una sofferenza a tratti dolorosa quanto difficile da accettare. All’andata Pincione, analizzando la consecutiva cinquina vincente con Ostia, Albalonga, San Cesareo, Budoni, Castiadas (nelle ultime tre non si incassò reti) analizzò più o meno così la situazione: “Entusiasmarsi per avere battuto formazioni di bassa classifica non aiuta l’ambiente a crescere”. Come dire ai media e ai tifosi: guardate che questa rosa può dare molto, molto di più. Infatti. Al ritorno l’Ostia fa a fette il Grifone, l’Albalonga rischia di pareggiare allo Zecchini, il San Cesareo si fa bello in casa sfiorando il pareggio. Eppure la loro classifica non brilla di luce propria. La vittoria al Pera di San Cesareo è stata accolta dall’intera panchina biancorossa con una tale esplosione di gioia da fare pensare ad un traguardo da mille e una notte. In tribuna, invece, c’è stata la corsa liberatoria di Iapaolo dopo la rete di Torri. Tutto bello intendiamoci, tutto legittimo e gradito. Ma quel commento del presidente resta in sospeso fornendo una chiave di lettura di una stagione attraversata privi di una bussola stabile, di un orizzonte certo. Lacune non ancora colmate di una società inesperta sul piano organizzativo e sulle scelte degli uomini. I tifosi al ritorno scuotevano la testa, i playoff non sono visti con il sorriso.