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Stop alle suggestioni, stop ai sogni. L’uccellaccio precipita disintegrando cuore e passione, triturando fiducia, mortificando popolo e bandiere. L’Olbia ha meritato, senza se, senza ma. Non ci sono appigli, la cordata biancorossa resta seduta sul campo base, la cima è di altri. Orlandi parla di episodi: “Gara decisa da situazioni contrarie, risultate poi determinanti. E’ successo sulla prima e seconda rete dei sardi. Noi eravamo stati capaci di raddrizzare il risultato su calcio di rigore sfiorando il vantaggio al 45’ con Di Gennaro. Nella ripresa, dopo il raddoppio dell’Olbia, abbiamo cercato di allargare la loro difesa con Torri e Lavopa andati vicino al gol. Non siamo riusciti ad agguantare sul campo l’obiettivo prefissato. Ci Dispiace per la società e i tifosi. C’è scoramento. La squadra comunque ha fatto il suo dovere non mi sento assolutamente tradito dal gruppo. L’Olbia – conclude il tecnico – non ha corso più di noi ma ha corso meglio di noi”. Spetta a Di Gennaro il compito di spalancare meglio l’uscio di questa negativa semifinale. “Non abbiamo giocato da Grosseto, loro hanno meritato in pieno il successo. Quel gol su angolo ci ha spezzato le gambe e la testa. Non eravamo il solito Grifone. Volevamo portare avanti i playoff, non ci siamo riusciti dopo non aver mai mollato durante l’intero campionato”. Di Gennaro entra nei suoi territori fatti di cuore fantasia e assolute verità: “Quel mio pallone deviato dal portiere non meritava di entrare in porta, ribadisco cioè che la palla ha un’anima e quel vantaggio non lo meritavamo. Un ringraziamento speciale alla società un saluto particolare e caloroso ai tifosi a cui auguro che il Grosseto possa tornare nelle categorie che gli competono”. Se non è un addio ci si avvicina molto. Gli occhi di Zotti dietro gli occhiali parlano in silenzio: “Complimenti all’Olbia – sussurra – capace di prendere in mano le redini della gara. E’ una sconfitta pesante, forse potevamo fare di più negli ultimi 20’”. Infine Olivieri: “Le frasi sono inutili, loro sono stati più attenti e svegli di noi. Non siamo stati capaci di produrre l’assalto finale, eravamo confusi. Il raddoppio ci ha spento. Non eravamo come qualche settimana fa, il rinvio ci ha penalizzato”. E adesso? Tutto è nelle mani e nella testa della Grosseto Group.

Giancarlo Mallarini