C’è qualcuno a cui piacciamo? Non ci girate tanto intorno, la risposta è NO. Non piacciamo proprio a nessuno.
Non abbiamo amici al di là e al di qua dell’Oceano, nessuno ci apprezza in Europa, in Italia e tanto meno in Toscana. Siamo piccoli, defilati e scomodi, gente scorbutica, rozza e impulsiva. In tanti hanno provato a dominarci senza il minimo rispetto. Chi ci aveva promesso amore eterno ci ha abbandonati in mezzo a una strada in un’estate maledetta di qualche anno fa; chi ci ha teso la mano, poco dopo, lo ha fatto solo per approfittare di noi e della nostra passione.
Ci hanno descritto in mille modi, quasi sempre offensivi. Siamo “uomini maledetti, nefandi, figliolanza di vipere e serpentacci tortuosi, discendenza pestifera, schiatta velenosa, cani rivomitatori e porci rivolgentisi nel brago, attossicata genia, generazione inflessibile e più dura del macigno, grossolani come il loro nome, non piegabili né per blandizie, né per minacce.” Chi passa dalle nostre parti prova sempre a comandare senza chiederci il permesso.
Abbiamo vinto poco e fatto tanta fatica. Non siamo mai stati in Serie A e, quando ci abbiamo provato, ci hanno derubato di tutto lasciandoci a terra moribondi senza un minimo di pietà. Ci siamo rialzati da soli, soli nell’indifferenza totale della giustizia e della società, nessuno ci ha mai rivolto un gesto di solidarietà.
Ma è così importante piacere a qualcuno? La risposta è ancora NO. No, se rimaniamo compatti e schierati, no se riusciamo a fare dei nostri punti deboli la nostra vera forza, no se abbiamo un motivo di orgoglio in più nel sentirsi Grossetani e Maremmani.
C’è un quartiere di Londra, nella lontana Inghilterra, che non è mai piaciuto a nessuno. E’ una penisola dell’East Land, avvolta dal Tamigi, che chiamano l’”Isola dei cani”. Nessun turista arriva mai fin lì perché non c’è niente da vedere se non cantieri e case popolari. Questa gente poteva piangersi addosso e isolarsi e invece ha reagito: 130 anni fa ha fondato una squadra di calcio e l’ha chiamata Millwall F.C., i “Leoni”. Hanno sempre vinto poco o niente ma sono conosciuti e temuti in tutti i campi e le città in cui hanno messo piede perché sono compatti, determinati e schierati. Al “The Den”, lo stadio di casa, la squadra è rimasta imbattuta per due anni…59 partite.
Uno dei cori con cui gli ultras del Millwall sono diventati famosi nel mondo dice così: “No one likes us, we don’t care” (non piacciamo a nessuno, ce ne freghiamo).
“Lo spogliatoio della squadra ospite è come una prigione: senza luce, senza finestre. I bagni sono orribili. Poi si esce là fuori per affrontarli, i Leoni. E appena calchi il campo ti fissano tutti, mentre le gradinate esplodono in frasi d’ogni tipo. Ma, quando ci rimasi per un po’ di tempo, m’innamorai proprio di quella atmosfera. È una delle nostre risorse più grandi.” Questo ha scritto di loro chi li ha prima affrontati come avversario ed è poi diventato un Leone.
Quest’anno tutti noi siamo chiamati ad una grande prova di orgoglio e dignità. Quest’anno non esistono più alibi, scusanti e pretesti. Il Gifone è finalmente dei Grossetani, ci sono progetti e trasparenza, c’è la rassicurante presenza della famiglia Ceri a custodirne il nido ma solo la Città può consentirgli di spiccare nuovamente il volo. Non possiamo più permetterci di snobbare la nostra realtà perché non ci rappresenta o perché ci sentiamo offesi e abbandonati. Non so se lo avete capito ma Simone è tornato. E’ tornato con il suo stile e il suo carisma per fondare una realtà unica in Europa. Simone ha riportato il pallone di cuoio, lo scudetto cucito sui pantaloncini da gara, i giocatori che giurano fedeltà ai loro tifosi, la maglia da gara con la statua di “Canapone” e ha riportato tutto questo, come valore assoluto, in uno sport che le pay tv, i milioni di euro e la patinata realtà dello show-business hanno sottratto alla gente normale. Simone ci ha (ri)messo la faccia e ha portato i suoi soldi, particolare da non sottovalutare, sacrificando la propria promettente e sudata realtà. Ringraziatelo pure ma non pensate che vi abbia fatto un piacere, vi ha messo in un bel guaio! A modo suo, vi ha messo davanti a una scelta di quelle senza condizionale: o dentro o fuori, o con lui o a casa, o Grossetani o niente. Simone ha in testa un progetto ben chiaro, il Grifone si deve travestire da Leone e lo “Zecchini” deve diventare esattamente come “The Den” grazie ai suoi giocatori ed ai suoi tifosi.
Oggi tutto è possibile, tutto è a portata di mano, basta volerlo: non deludiamolo, oggi dipende davvero tutto solo da noi.
Forse è una semplice casualità ma spesso le casualità cambiano la vita, sappiate che in origine l’”Isola dei cani” era una palude…
AVANTI GROSSETO!!!
avanti grosseto
Peccato solo che il The Den era a Roselle…
Per me nessun “guaio” io sono “GROSSETANO” e basta, sono “dentro” e basta, aspetto solo che cominci il campionato, non importa se promozione o serie B, perché io vado allo stadio per vedere il GROSSETO e non il suo avversario. Avanti Grosseto! finché notte non ci separi!