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Leggo un post stimolante, su FB, scritto da Leonardo Peccianti, tifoso storico del Grifone.
Mi colpisce soprattutto un passaggio: “Credo che una squadra come la nostra costata si e no come tutte le altre messe insieme debba andare in campo e schiacciare l’avversario!!! …se poi ci mettiamo che si allenano tutti i giorni da almeno due mesi mentre gli altri un giorno si e uno no, magari la sera dopo cena perche’ il giorno sono a lavoro… In Una Parola SVEGLIA!!!”.
Rifletto.
Cerco di immedesimarmi in un giocatore del Grosseto, in quelle che posso essere le sue sensazioni.
Mi rendo subito conto che non è facile trovarsi dalla parte del probabile vincitore, vestire i panni del privilegiato, di colui che ha un “vantaggio”.
Sembra paradossale ma è una condizione scomoda, non facile da gestire.
Ciò che penserei prima di entrare in campo non mi aiuterebbe ad essere migliore del mio avversario.
Inconsciamente trovarmi in una condizione di vantaggio mi metterebbe in difficoltà, mi farebbe avere molta pressione e quindi paura, e vivere le proprie paure impedisce di vivere i propri sogni.
Forse il problema è proprio questo.
Avere paura.
Noi non siamo ciò che abbiamo ma siamo ciò che pensiamo.
Mio nonno, tanto (troppo!!!) tempo fa, mi insegnò ad andare in bicicletta, ricordo perfettamente quel giorno, era estate.
Io avevo paura e questo mi impediva l’apprendimento di una cosa che desideravo tantissimo.
Lui si chinò leggermente per guardarmi negli occhi e mi disse “Nella vita tutto quello che desidererai essere si troverà sempre dal lato opposto alla paura.”.
Non diventai Bartali ma da quell’estate, e diverse delle successive, mi videro sfrecciare per i vicoli di Gavorrano e dintorni con un sorriso a 32 denti.
Imparai soprattutto che era molto appagante diventare ciò che decidevo di essere.
Da quel giorno di paure ne ho vinte alcune e tante ne ho ancora, ma qualcosa cambiò in maniera definitiva.
Avevo assaporato il sapore di sconfiggere una mia paura, non lo scordai mai più.
E’ su questi aspetti che dovremmo lavorare.
…anche se io, ancora oggi, i corridoi bui li evito e li sconsiglio…

T&GO

P.S.: “Ricorda che nessuno può farti sentire inferiore senza il tuo consenso.” -Eleanor Roosevelt

Roberto Bongini

One thought on “I corridoi bui

  1. Come al solito essere tifosi è un privilegio. Un tifoso non retrocede mai…puo temerla …ma guardando oltre la paura dira pazienza…l importante è che avrò ugualmente la mia squadra da tifare . Ecco, se i nostri calciatori riuscissero a fare proprio tutto questo saremmo invincibili. Non perché abbiamo speso più degli altri…non perché ci alleniamo di giorno…ma solo perché avremo la convinzione di essere i privilegiati….perche avrebbero al proprio fianco i tifosi per passare di la dalla paura. Chi dice di non aver mai avuto paura e un bugiardo…ma il vero pusillanime è colui che scappa senza affrontarla. I ragazzi hanno buone qualità….e forse nemmeno ne sono consapevoli. E alla fine…se pur avendo paura si fossero armati e avessero schiacciato gli avversari con rabbia cieca e furore agonistico…con ardore e generosità estrema…semmai avessero perso sarebbero comunque coraggiosi guerrieri! Basta
    poco..per farsi amare dai tifosi…stringere i denti…aggredire l avversario…fottere la paura!

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