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Quando avevo all’incirca tredici, quattordici anni, praticavo atletica leggera al centro CONI delle Tre Fontane all’Eur.
Ero piccolo, lo sono sempre stato, ma nei 60 metri, nei 5000 e nei 10.000 arrivavo sempre primo.
Correre mi risultava facile, era una roba che sentivo mia.
Un giorno durante gli allenamenti, Gardelli, il nostro preparatore, un fico che ancora oggi ricordo come sontuoso maestro di sport e di vita, ci fece competere sui 60.
Era solo un allenamento ma all’interno del gruppo c’era soprattutto un ragazzetto che sentiva molto la competizione nei miei confronti.
Facemmo la gara e, per la prima volta in due anni, vinse lui.
Francamente a me importava il giusto ma lui ne fece una questione infinita.
Dopo due giorni, all’allenamento successivo, si presentò al centro con una maglietta con su scritto “sono il numero uno”.
Ma quello che mi dette più fastidio era il sorrisetto che aveva stampato sul viso.
Da quel giorno per me ogni allenamento era una finale delle Olimpiadi.
In tutte le gare successive, ufficiali o no, corte o lunghe, lui ha sempre e solo osservato il mio posteriore.

Hanno vinto.
Aggiungo, giustamente.
Hanno fatto i caroselli.
Hanno perfino stampato un volantino con su scritto “FANTASTICO, PIOMBINO STENDE IL GROSSETO”.
Bene.
Stringiamo la mano all’avversario riconoscendogli i meriti.
Lavoriamo sodo affinché questo non capiti più.
Poi come dice Leonard Cohen: “In occidente non esiste la cultura del perdente, solo l’esaltazione del vincitore. Ma è nella sconfitta che si manifesta la gloria dell’uomo.”.
Quindi, ci deve essere una nobiltà anche nel perdere.
Sarà fatto.

Al ritorno, finita la partita, gli mostreremo le nostre belle chiappe.

T&GO

Roberto Bongini

2 thoughts on “La nobiltà della sconfitta

  1. Veramente carina e simpatica la storia raccontata in quest’articolo, ma ho paura che, se il Grosseto è quello visto all’ opera nelle ultime giornate, avrà grossissime difficoltà a…mostrare le chiappe a rivali quali il Piombino, il Poggibonsi e soprattutto il San Gimignano (nell’ individuare queste squadre come temibili avversarie non so se ridere o se piangere…). Sta di fatto che il Grifone svolazza, ma non sembra in grado di librarsi su nel cielo e guardare tutti dall’ alto in basso. È solo una mia impressione ?

  2. Purtroppo no Sesto, ora come ora la situazione è questa, però se riusciamo a “tenere botta” in questo periodo sono convinto che la situazione cambierà, unendo il recupero degli infortunati all’arrivo di nuovi rinforzi dell’imminente mercato.
    Teniamo duro!

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