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L’impressione di una introduzione positiva al campionato aleggia da giorni in testa. Diventa ancora più nitida durante il viaggio verso Ponte Buggianese, si staglia senza aloni mentre si cammina verso i gradoni del Sandro Pertini. I seggiolini celeste pallido ospitano il popolo biancorosso ricco di bandieroni, tamburo, ugole allenate. Lo striscione alzato al cielo ricorda Paola e il suo sorriso. Applausi. Alle spalle siede Mario Ceri, cioè la tensione fatta a persona, una molla in continuo movimento. C’è da capirlo. E’ la prima, l’esordio, la partenza di un viaggio accidentato e senza cinture di sicurezza. Ma quella sensazione non svanisce, anzi diventa più grande quando il Grifone, vestito di bianco come alla prima comunione, corre verso il centro del campo e mostra undici visi alla tribuna. Fischio d’inizio e Molinari è già al limite dell’area dove viene steso come un lenzuolo. Il settore ospiti si riempie di sguardi d’intesa: buona la posizione, corretta la distanza, si può pensare al gol. Pierangioli sistema la sfera, prende nota della porta, lucida il mirino, fa l’indifferente, sogghigna. Rincorsa, tiro. Mario diventa una cosa sola con il pallone, sorvola la barriera, lascia di stucco Kolaj, si infila in rete con urlo incorporato. Sono passati 180 secondi, il primo gol della stagione è già in borsa tra abbracci, canti, scaramanzie varie, occhi e bocche spalancati. I padroni di casa sono all’angolo. Quando toccano la terra dell’area biancorossa Murgia precipita giù su contrasto di Gorelli. Rigore e pareggio. Una azione, un tiro, un gol. Succede. Mario diventa amico di Andrea Zoppi di Firenze, il direttore di gara. Pizzuto esce per guasti meccanici. Entra un suo coetaneo che si chiama Cantore, nome appropriato per il momento da vivere con liriche poco educate. Il Grifone non cambia atteggiamento tenendo ben strette le redini della gara. Molinari si vede respingere un pallone destinato a diventare gol, Andreotti in diagonale accarezza il palo. Gioca il Grifo, Miano lo guida, Mario lo accompagna tocco dopo tocco. Il pareggio è ingiusto. In una mischia Zoppi vede una maglia bianca trattenuta e affossata. E’ rigore. Cretella trasforma ed è riposo. Nel secondo tempo non cambia la musica. Pierangioli scaraventa in rete a porta vuota ed è 1-3. I ragazzi di Scintu provano a infastidire con scarsi risultati il Grifone a trazione anteriore, che ogni tanto si sfilaccia diventando lungo e poco filtrante. Raito e Cretella finiscono la benzina dopo un lavoro massacrante, i padroni di casa accorciano, ancora su calcio piazzato, con Benassi. Quindi finisce come doveva finire. Il popolo lascia il Pertini, Mario, stanco come Raito e Cretella insieme, anche. Le immagini positive del Grifone sono superiori a quelle negative, occorre lavorare con serietà e dedizione seduta dopo seduta. Il carattere non manca, le individualità ci sono. Allora avanti senza cullarsi sugli allori, senza montarsi la testa. Comunque grazie a tutti per il bacio scritto sulla cartolina spedita da Ponte Buggianese.

Giancarlo Mallarini