Lo striscione di arrivo si chiama Elmi, lo stadio comunale di Massa Marittima. Dopo 27 partite, 6 mesi di corsa, sorrisi e periodi grigi, il Grifone vede la linea del traguardo. Ed è vicinissima. Se ne avverte il calore, la voce, il respiro, l’anima. Intorno il popolo trattiene l’urlo liberatorio e fa parte del gioco della scaramanzia che segue come una scia ogni sport. Sul tavolo, comunque, c’è molto di più delle urla. Calcisticamente Grosseto, viene dal periodo più nero della sua storia dopo il terremoto del ’95, dopo l’Olimpo della serie cadetta. Perdita di identità, perdita di 100 anni di vita, perdita di immagine, perdita di tutto. Da quella palude malsana è nato questo Grosseto, ha dovuto imparare a camminare, ad andare in bicicletta, a guidare. Adesso può prendersi una rivincita che piccola non è, specialmente per chi ha voluto prenderlo, nutrirlo, perdere il sonno. Quel traguardo vale ogni sforzo, ogni sacrificio, ogni stilla di sudore caduta sull’erba e non solo. Massa Marittima è una pista di atterraggio e, nello stesso tempo, di decollo. Per riprendere il volo servono motori potenti, sicuri, stabili e carburante nei serbatoi. Il domani è dietro l’angolo. Tutti coloro che hanno in cura l’uccellaccio siano all’altezza della nuova situazione, sappiano pilotare l’aereo nuovo di zecca, siano un equipaggio unito, senza rughe, incertezze. Bella l’unione del ponte inaugurato poche ore fa con la storia del Grifone. Tutti i ponti uniscono, la volontà unisce, tenersi per mano e affrontare il domani è impresa fattibile. Non servono invidie, rancori e crepe, quelle in atto andrebbero eliminate, adoperare il buon senso è un’arma da usare senza ritegno, nessuno è inferiore a nessuno. La solitudine del Grifone va colmata. Per farlo anche l’immagine della società va corretta, predisposta al territorio senza nessun tipo di negatività, illuminata di fortificante umiltà e aperture.
Adesso godiamo l’attesa, la gara e il finale di una stagione straordinariamente positiva. Ce lo meritiamo tutti.