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Il modo di dire più comune, ma non per questo meno efficace, descrive la coscienza come una voce che ti sussurra, e a volte grida, cosa è o sarebbe stato giusto fare.
In alcuni casi questa voce assomiglia molto a quella dei genitori, della persona che ami o addirittura a quella dei propri figli.
Tutte voci di persone che hanno avuto un’importanza fondamentale nella vita di un individuo e nello sviluppo della sua personalità.
Ci sono addirittura casi in cui la coscienza può avere la voce di un libro o di un viaggio che ti è entrato nel cuore.
Infatti, durante la vita, queste voci aumentano proporzionalmente agli affetti che trovi, alle conoscenze che fai, ai libri che leggi, ai viaggi che intraprendi, ecc…
Più sono le voci e più aumenta la possibilità di avere una buona coscienza, ma se la voce è solamente una…….
Un po’ come democrazia e tirannia (rossa, nera, o a pois non ha importanza), magari la prima, a volte, può essere caotica ma è comunque garanzia di uguaglianza e pluralità, mentre la seconda è una parola che fa venire i brividi solo a nominarla.
Una coscienza con voce solista in passato ha creato personaggi del calibro di Hitler, Stalin e compagnia bella, fino ai recenti Saddam Hussain e Bin Laden.
Quindi cerchiamo sempre di aumentare dentro di noi il “rumore di fondo”, perché dal dubbio nasce il miglioramento e dalla capacità di mettersi in discussione la forza di cambiare.
A buon intenditor poche parole.

 

Roberto Bongini