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Alla vigilia delle tanto attese, ed ormai tristemente preannunciate, decisioni della Commissione Disciplinare sulla vicenda Grosseto, ci permettiamo di scomodare Pirandello per prendere in prestito un tema a lui tanto caro: l’inconoscibilità del reale. Ognuno ha la propria “visione del reale” che lo porta a dare una propria interpretazione della realtà che può non coincidere con quella di altri. Si genera così un relativismo delle forme, delle convenzioni e dell’esteriorità, un’impossibilità a conoscere la verità assoluta che affiora perfettamente ad un’analisi più attenta delle incolpazioni ascritte da Palazzi a Piero Camilli. Da persone del tutto estranee a tematiche di giurisprudenza abbiamo cercato, con gli occhi e la testa della persona comune, di riassumere e commentare gli atti e le motivazioni del documento ufficiale che attribuisce un ruolo chiave del nostro Presidente nella combine di Ancona-Grosseto del 30 Aprile 2010. Si è generata una tale confusione dalla quale è difficile trarre un quadro netto ed attendibile della vicenda se non, appunto, mettendoci una buona dose di interpretazione personale, tralasciando incongruenze inequivocabili, che pesano come macigni, ed approssimando ogni legittimo dubbio. Le nostre riflessioni, che non hanno comunque la pretesa di essere esaustive ed assolute, sono riassunte in un documento di qualche pagina che avremmo il piacere che chiunque abbia un minimo a cuore le vicende e la sorte del Grosseto si prenda un po’ di tempo per leggere. La “visione del reale” di Palazzi che emerge dagli atti è la minaccia più grande nella storia dell’U.S. Grosseto 1912 ed è evidente, almeno dal nostro punto di vista, la volontà degli inquirenti di cogliere qua e là, tagliare e ricucire dichiarazioni più o meno spontanee, con la finalità di estorcere un sogno, costruito con sacrificio, ad una Città ed una Famiglia. Stasera ci ritroveremo per manifestare il nostro dissenso ad una decisione che appare sempre più ingiusta e sarebbe bello poterlo fare con la coscienza di quello che è stato realmente imputato a Piero Camilli sulla base di dichiarazioni contrastanti e lacunose.

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Giacomo Spinsanti