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Vivo in una metropoli in cui nel cielo di notte si affacciano stelle sbiadite.
Vivo in una metropoli in cui è sconosciuto l’odore della terra.
Vivo in una metropoli in cui si respira aria malsana che sporca i colletti e i panni stesi.
Vivo in una metropoli in cui è difficile capire dove sta il Nord e che vento spira.
Vivo in una metropoli dalle dimensioni inversamente proporzionali all’umanità che ci puoi trovare.
Vivo in una metropoli non mia, una metropoli con cui mi guardo con indifferenza fredda.
Vivo in una metropoli che non mi appartiene e a cui non appartengo.
Vivo in una metropoli in cui a volte capita che ti passi la voglia di scrivere e ti venga quella di scappare.
Scappare da un freddo e frenetico mondo in bianco e nero.
Scappare con il pensiero vicino a voi che in questo momento mi state leggendo.
Chiudere gli occhi e iniziare con il cuore che fa da navigatore, l’unico viaggio che esso intende.
In quei luoghi che sono la mia casa, in quei luoghi che mi hanno formato l’anima, in quei luoghi in cui vorrò tornare per rendere lieto il tramonto della mia vita.
Perché è lì il mio posto e per esso vale la pena di lottare e vivere.
Lottare per un sogno, vivere per un sogno, sempre.
Altrimenti tutto sarebbe finito e invano.
Lottare per le cose senza le quali non vale la pena di vivere (cit.).
Maremma.
E poco altro.

Roberto Bongini