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Una dimostrazione di superiorità, quella della squadra labronica, che rimanda dietro la lavagna il Grifone. Sempre ultimo in classifica e con l’onta di un derby giocato veramente male.

Approcci. La differenza in avvio di gara sta soprattutto nell’impatto delle due squadre sul match. Il Livorno parte forte, ordinato e con le idee chiare nella costruzione del gioco. Il Grosseto, invece, è approssimativo, remissivo e per nulla cattivo dal punto di vista agonistico. Ben presto l’inerzia del match propende per i padroni di casa che impiegano 26 minuti per far breccia nella retroguardia biancorossa. La verticalizzazione è di Gentsoglu, il taglio al cuore della difesa del Grosseto lo effettua invece Paulinho che, da buon ex che si rispetti, infila in diagonale l’1-0. Di una reazione biancorossa nemmeno l’ombra, al punto che è lecito aspettarsi una ripresa di diverso spessore.

Tracollo. All’uscita degli spogliatoi per la seconda frazione di gioco, invece, il Livorno riparte da dove aveva finito, mentre il Grosseto di Magrini e Consonni si riallinea sullo stesso binario del primo tempo, mostrando assoluta mancanza di spina dorsale. Approfittando della mancanza di carattere dei maremmani, il Livorno imperversa e alla fine maramaldeggia calando sul rettangolo verde un poker assai amaro. Al 50’ Siligardi riceve una sponda da Paulinho e fulmina Lanni in diagonale. Al 61’ invece, Belingheri supera Lanni in uscita con un pallonetto, ma la sfera centra il palo. L’unico sussulto biancorosso arriva al 68’, quando Sforzini di testa sfiora il gol che avrebbe riaperto una partita già chiusa. Il finale, infatti, è da incubo. Il neoentrato Meola realizza comodamente il 3-0 all’82’, mentre Belingheri, direttamente su calcio di punizione, affossa definitivamente il Grosseto con il 4-0 segnato all’85’. Una brutta battuta d’arresto decisamente preoccupante per un derby del Tirreno mai così scontato sotto il profilo del risultato.

Lorenzo Falconi