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Scriverò unicamente di “noi”.
Mi farò aiutare nella premessa da uno scrittore francese (di lui dissero, leggerlo brucia ma illumina), tale Georges Bernanos che un giorno ebbe a dire: “Esiste una borghesia di sinistra e una borghesia di destra. Non c’è invece un popolo di sinistra e un popolo di destra, c’è un popolo solo”.
Leggendo questa frase mi è venuto in mente un parallelo, non so quanto felice, con l’attuale mondo del pallone.
Un mondo molto ricco, dove, in perenne contesa, la borghesia si affanna a sbranarne i brandelli.
Borghesia generosamente rappresentata dalla miriade di personaggi e fameliche cariche che affollano questo pianeta calcio.
Calciatori milionari e calciatori che, per cercare di assicurarsi un futuro, invece di studiare preferiscono la soluzione più facile e meno faticosa, vendere se stessi e la passione di milioni di persone.
Procuratori scaltri che manipolano facilmente e a loro piacimento ragazzi che hanno corso sempre e solo appresso a un pallone, in un campo di calcio o con una console Made in Japan.
Presidenti politicanti e Presidenti mafiosi, Presidenti corrotti e Presidenti latitanti, Presidenti lavatrici e Presidenti palazzinari, Presidenti americani e Presidenti russi, Presidenti carcerati e Presidenti prestanome.
Una classe arbitrale i cui mali maggiori sono una sgradevole somiglianza col clero, conservatore ed elitario, e quella fastidiosa sensazione d’appartenere a quel mondo non per scelta ma per convenienza. Per finire con il circo del calciomercato e del calcio-scommesse, dei giornali e delle televisioni, sponsor tecnici e sponsor personali, FIFA e Uefa, palloni d’oro e palloni gonfiati.
Soldi, politica, calciomercato ed elezioni.
Borghesia e Popolo.
Un Popolo solo, noi.
Gli unici che possono cambiare le cose, gli unici che ne hanno il diritto e la forza.
Né destra, né sinistra, né amaranto, né biancorossi, ma un’unica, sola, potente cosa.
Perché certe battaglie si devono combattere insieme, difficile ma inevitabile.
Perché il giochino è nostro e senza di noi non funziona.
Perché è tutto da rifare e gli unici che lo vogliono siamo noi.
Sogno il giorno in cui ci alzeremo da quei divani e urleremo al mondo che il calcio che amiamo è a bassa definizione.
Brucia ma illumina.

Roberto Bongini