Un giorno sono andato insieme ad alcuni amici a vedere la Lazio giocare all’Olimpico.
Era l’era Cragnotti e la squadra capitolina era zeppa di campioni.
La partita, quando mancava ancora mezz’ora al novantesimo, era già segnata.
La Lazio vinceva 4 a 0.
A quel punto, in Curva Nord, è iniziato il cazzeggio libero.
Ricordo che ogni volta che toccava il pallone, il terzino della Lazio, Paolo Negro, la curva si esibiva in quegli “UUU” razzisti che tanto vanno di moda.
Però, c’era un piccolo particolare, il giocatore indossava la loro maglia ed era italiano da sempre e per giunta bianco come un lenzuolo, era solo una questione di “cognome”.
Semplicemente un modo per fare uno sberleffo nei confronti di quella stampa che da sempre ha identificato nella Curva Nord, la curva più razzista d’Italia.
Ieri, durante il posticipo Milan – Roma, si è ripetuto, per l’ennesima volta, il siparietto di un mondo del calcio (stampa compresa) che, facendo il finto perbenista, minaccia, senza che nessuno ci creda per un attimo, di bloccare il ricco ingranaggio, per difendere il vessillo dell’uguaglianza e indossare i panni del paladino contro il razzismo.
Sceneggiatura pleonastica e recitazione goffa, un film dalla visione sconsigliabile.
Ieri Balotelli è stato preso di mira dai tifosi romanisti non per il suo colore della pelle ma per precedenti screzi tra lui e il capitano storico della Roma, Francesco Totti.
Il colore della pelle non c’entra nulla, Balotelli sarebbe potuto essere anche verde, che la sua buona dose di offese ieri sera comunque non gliela avrebbe tolta nessuno.
Negli stadi durante le partite ne sentiamo di tutti i colori (per l’appunto) e per tutti i gusti.
Un esempio storico sono gli sfottò e le offese che volano tra tifosi napoletani e quelli dell’Hellas Verona, un classico dello scontro tra meridione e settentrione.
Ma non c’è neanche bisogno di avere tifoserie con origini distanti centinaia di chilometri, a volte basta essere della stessa città ma tifare per due squadre differenti per scatenare gli insulti peggiori, come nei derby cittadini o regionali.
Se urlo a un napoletano la sua inferiorità o la urlo ad un negro che differenza c’è?
Non stiamo sempre di fronte ad un atto discriminatorio?
La verità è che schierarsi contro il razzismo fa tanto radical chic, soprattutto tra questa borghesia salottiera che per molti versi è stata la rovina dell’Italia.
Fare un ululato a Balotelli non equivale ad essere razzisti, come non significa essere assassini auspicare l’eruzione del Vesuvio o augurare la morte ad un giocatore che viene portato via in barella.
Nel vocabolario della lingua italiana alla voce RAZZISMO trovate: “Dottrina che sostiene la superiorità di una razza sulle altre e che propugna la necessità di mantenerla pura, evitando perciò ogni contaminazione con altre razze, ritenute inferiori, mediante severe discriminazioni razziali e talvolta anche con la persecuzione e la morte”.
Dottrine? Contaminazioni? Persecuzione? Morte?
Niente di più distante, niente di più falso.
Blatter su Twitter si è detto sgomento?!?….Blatter sgomento?!?……..mah?!?
……….questo è anche per lui….
UUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUU!!!