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In tanti hanno scelto di dividersi ancora una volta su Camilli.
Io no.
Io scelgo l’unità.
Scelgo la maglia.
Quella maglia sopra le parti, che non accetta vie di mezzo e compromessi.
Da amare, punto.
Quella maglia che ha il sapore antico della nostra terra.
Capace di sprigionare un fascino particolare, intriso di storia e memoria.
Una maglia divisa dalla bianca diagonale piena di charme.
Una diagonale dal gusto remoto, che evoca alla memoria le maglie degli inizi del secolo scorso.
Quelle maglie fatte di un tessuto pesante, di un panno ruvido e spesso, che pizzicava sulla pelle.
Una maglia che ha compiuto 100 anni.
Una maglia bella sempre.
Una maglia per tutte le stagioni.
Imbrattata di fango col sapore della battaglia.
Luminosa sotto il sole.
Immacolata sopra il manto verde.
La mia preferita, in versione casalinga, con colletto, tenuta fuori dai pantaloni, alla Consonni, con un Grifone fiero che spunta inaspettato sotto il numero 10.
Una maglia che ha girato tutta l’Italia.
Che è passata da campi di paeselli dimenticati da Dio e da Equitalia, fino a spuntare con orgoglio dal tunnel del Marassi.
Una maglia che ha attraversato tutte le categorie del calcio italiano, tranne la più nobile, macchisenefrega…un giorno, prima o poi, c’arriveremo.
Una maglia che ne ha viste e vissute di tutti i colori.
Una maglia per tutti.
C’è chi la indossa a notte fonda, complice un lontano fuso orario, e chi mentre allatta un bimbo.
Chi la ama possessivamente e chi con allegra spensieratezza.
Chi disperatamente e chi morbosamente.
Chi responsabilmente e chi incoscientemente.
Una maglia che è stata bistrattata, disonorata, sporcata, strappata, buttata e venduta.
Una maglia che è stata curata, onorata, difesa, baciata e amata.
Una maglia rossa, di un rosso che strizza l’occhio all’arancione.
Un rosso raro, che trovi solo nei coralli.
Un rosso pregiato come quello delle aragoste.
Un rosso caldo come i riflessi di un bicchiere di Montecucco.
Un rosso che trovi facilmente nelle mille sfumature dei tramonti della Maremma.
Il rosso della passione.
Il rosso del cuore.
Una maglia che divide e che unisce.
Che rappresenta e incarna.
Che identifica e simboleggia.
Una maglia e la sua città: Grosseto.
Una maglia e la sua terra: la Maremma.
Una maglia e il suo popolo: i Maremmani.
Una maglia e un amore.
Il nostro.
Fino alla fine.
Forse anche oltre.

T&GO

Roberto Bongini

One thought on “La maglia

  1. io lo sapevo e l’avevo detto, occorreva incontrare il Lecce mentre c’era sempre Moriero,quello è una garanzia per gli avversari.Solo noi siamo stati capaci di riprenderlo dopo averlo esonerato l’anno precedente.Spero comunque che con il nuovo mister la squadra prenda fiducia e raggiunga i play off, occorre però che ci siano certezze e io non ne vedo.

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