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Ho deciso, quest’anno i miei auguri vanno a te.
A te che sei uno dei miei amori più grandi.Un colpo di fulmine lungo una vita.
Una passione iniziata da bambino e arrivata fino alla soglia dei cinquant’anni.
Una fedeltà che non si può scalfire.
Anche stamattina, mentre passeggiavo per i vicoli di uno dei tanti deliziosi borghi toscani, improvvisamente un tuffo al cuore, come quando lisci un gradino.
L’odore dell’erba bagnata che funge da macchina del tempo, chiudo gli occhi e mi riporta indietro, in un imprecisato campo di calcio, zeppo di ragazzetti, urla e vita.
I legni bianchi immacolati delle porte.
I pali, in due o tre punti, con l’impronta di fango circolare del pallone che li ha colpiti.
Chiudo gli occhi e mi sembra di sentirne il tonfo, tondo e pieno, seguito da una leggera vibrazione di tutta la porta.
Alzo lo sguardo alla traversa e a quel perfetto incrocio che ha con i pali.
In quello che è il punto preciso dove esiste la distanza maggiore tra un tiro e il portiere.
La, dove solo la perfezione e il controllo esatto anelano arrivare.
Tocco con una mano la rete.
Una rete ne troppo tesa ne troppo morbida, perfetta.
Chiudo gli occhi e sento il rumore.
Il rumore inconfondibile del pallone di cuoio che la colpisce e la fa ondulare.
Un rumore asciutto e breve nella realtà quanto lungo e pieno di rimbombi nella moviola delle notti insonni che lo precedono o lo susseguono.
Il rumore esatto dell’istante preciso dove, magicamente, muoiono e contemporaneamente si realizzano, i sogni di chi ti ama.
Li dove, cinicamente, la fine di alcuni coincide con l’inizio di altri.
Attraverso la rete scorgo la curva.
Chiudo gli occhi e sento mille persone saltare e cantare per essere una sola cosa.
Mille persone e un amplesso lungo una vita.
Mille persone per un orgasmo primordiale urlato al cielo.
Mille persone ed una sola passione.
Mille persone solo per te.
Per te che, come le chiese, sei ovunque.
Per te che, come i veri amori, ci agiti le notti.
Per te che, come la vita, ci sballotti tra gioie e dolori.
Il nostro amore più incosciente e irrazionale.
Da vivere scomodo sui gradoni e non sui divani.
Attraverso i rombi di una rete di recinzione e non in HD.
Per te l’augurio di un 2014 tornato, dai più, ad essere vissuto da dietro una porta.
L’augurio di un nuovo anno in cui le curve tornino le protagoniste indiscusse di questa inspiegabile passione senza fine.
Tieni botta, Vecchio Calcio, perchè finchè ci sarà qualcuno a lanciare i cori, su quelle maledette balaustre, non avrai nulla da temere.
Chiudo gli occhi e li sento urlare …
Datemi un GRO!!!
Datemi un SSE!!!
Datemi un TO!!!
GROSSETO!!!
GROSSETO!!!
GROSSETO!!!

Roberto Bongini

2 thoughts on “Chiudo gli occhi …

  1. Mi fai sempre vibrare di passione,peccato per te che sono un maschietto.Passione quella vera,quell’amore che non passa mai,come a te,ma,per me alla metà dei cinquanta.Ti devo confessare che sono invidioso,per come sai descrivere questo amore,chi lo ha,lo capisce.E ti ammira,perchè sei come lui,non sei solo,ma siamo i mille che ritorneranno a cantare,anche se un pò attempati.Ma con la stessa passione infinita!!
    Buon Anno,amico,Buon Anno Grifone!

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