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L’intervento del tecnico biancorosso in sala stampa è paragonabile ad un crescendo lirico, un assolo di tromba iniziato in sordina e terminato con squilli destinati ad andare lontano travolgendo e spezzando inutili cortine di fumo, insignificanti barriere di facciata. Un urlo liberatorio, dunque, legato a parole pungenti, concetti precisi a sottolineare una situazione interna andata via via deteriorandosi in maniera verticale. Un urlo da persona di calcio, sincera e senza paure, sicura del proprio lavoro. “Questa squadra deve essere tutelata – è il prologo di Giacomarro – con il presidente lontano siamo lasciati soli. Non avverto più la fiducia verso il mio staff, si fomentano discorsi senza capo ne coda. Voglio rispetto per questi uomini. Non accetto critiche senza basi su cui costruirle, si arriva a biasimare la fase di riscaldamento. Occorre positività intorno a questa squadra nata solo pochi mesi fa e attualmente ai vertici della classifica, serve calore e affetto verso questi uomini capaci di fare tanto in poco tempo. L’anomalia pressante è la mancanza di un direttore sportivo – aggiunge – io sono un tecnico e non posso ricevere telefonate dai procuratori, non posso occuparmi di mercato. I ragazzi oggi sono stati straordinari riuscendo a cancellare le ansie di mercato e la sconfitta contro il Flaminia. Sarò contento di loro fino alla fine, fino all’ultimo”. Lo strappo al tessuto dorato e infiocchettato della società è stato fatto, adesso si aspettano le reazioni del sodalizio. Reazioni che andranno ponderate in coscienza e profondità senza inutili preconcetti. Il rischio che tutto affondi nella melma dell’anonimato è dietro l’angolo. Le eventuali dimissioni di Giacomarro sarebbero un altro, doloroso errore di conduzione.

Giancarlo Mallarini

3 thoughts on “Giacomarro: “Mi sento solo”

  1. …. più che altro le eventuali dimissioni del mister sarebbero la fine di una splendida avventura che ci sta appassionando tanto…..

  2. Continuo a non capire lo sfogo del mister…la squadra e’li in alto…oggi poi tuttoe’dipeso dall’arbitraggio in malafede…in una confereza con i tifosi dichiaro’ che nello spogliatoio entrano i giocatori che dice lui.
    .presente il presidente che condivideva…quindi tipeto…non capisco!!!!

    1. Infatti se doveva dire qualcosa lo doveva fare con il Presidente e non al pubblico. Se poi i dissapori con il datore di lavoro sono insanabili allora ci sono le dimissione e solo dopo le conferenze stampa

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