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La parola chiave dell’intervento di Pincione è stata “menefreghismo”. Una frustata dolorosa, un intervento a gamba tesa. Con quel termine il presidente ha riassunto lo stato attuale del Grifone sconfitto per la prima volta anche sul terreno amico in una gara troppo importante per essere considerata solo uno scivolone. Doveva essere il riscatto di un gruppo e di una panchina, il giorno del colpo d’ala, il riallineamento con la società e il popolo. Così non è stato. Brutta partita, brutto risultato, brutta figura. Giacomarro e i suoi delfini hanno fallito in lungo e in largo. Poco gioco, scarsa concentrazione, cattiva gestione dell’evento. Dopo le carezze è il momento delle critiche per uomini capaci di sollevare entusiasmi, raccogliere consensi e far pensare ad un futuro roseo. Invece il domani è già segnato. Esprimendosi con quel “menefreghismo” Pincione ha già fatto le sue scelte pur prendendosi ufficialmente una notte e un giorno per deliberare. Non era in preventivo questa piega della stagione, i giorni belli erano stati portatori di ottimismo, il bel gioco faceva intravedere  un cammino difficile ma sostanzialmente uniforme. I buoni giudizi piovevano come manna sulla squadra. Adesso la rottura appare insanabile, il futuro senza appigli. Pincione prenderà le sue decisioni con la classica calma che, apparentemente, lo anima. Il nuovo decorso rappresenta un enigma molto duro da sciogliere come arduo appare il lavoro del nuovo (eventuale) allenatore. Anche la rosa dovrebbe subire tagli pesanti. Da contraltare le dichiarazioni del tecnico Paris: “Siamo partiti senza nulla, nemmeno il preparatore atletico, con la sola salvezza nel mirino. Adesso siamo primi”. Il bello e il cattivo del calcio è rappresentato da questo quadro. Da una parte una società “con tutto a disposizione per i calciatori” come ha ribadito Pincione, dall’altra un Rieti partito nudo e crudo e adesso principe del girone. Ora aspettiamo le decisioni del primo dirigente biancorosso, attendiamo come, e se, varierà il panorama biancorosso. La sesta di ritorno passerà alla storia come il punto di non ritorno in casa Grifone. Peccato, si pensava in maniera completamente diversa. Segno evidente che il calcio segue leggi molto distanti dal cuore.

Giancarlo Mallarini