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Francesco Di Gennaro ha una sua personale interpretazione sul calcio. “Il pallone ha un’anima” ha detto al termine della gara con il Muravera, aggiungendo un significativo “..non avremmo meritato il terzo gol”. L’immagine è suggestiva. Quella cosa sferica, colorata, rimbalzante, rotolante e gonfia d’aria sarebbe viva, pensante, sempre in cerca di piedi che la meritano. Non più un oggetto da prendere a pedate, viceversa un attrezzo che prende a pedate chi l’anima non c’è l’ha. E il Grifo del secondo tempo è apparso privo di spirito. Lacuna non nuova, anzi un ripetersi stancante, soprattutto nei momenti cruciali dove dare l’anima avrebbe prodotto qualche punto in più e procurato meno ferite al fegato. Non significa che il Grifone sia ateo, è la sua stessa natura a collocarlo tra i meno portati ad accendersi con continuità superando ostacoli e asperità con il piglio giusto. La seconda frazione di domenica è la fedele fotografia di un gruppo ancora alla ricerca di se stesso, di una identità sempre più difficile da inquadrare. La sfida alla capolista di domenica prossima è l’ennesima tappa per smentire tutto questo, ribaltarlo e fare vedere quell’anima ad un popolo testardo e capace di esserci sempre, con la sua anima mai messa in discussione. Oltre alla classifica c’è questo aspetto assolutamente non secondario, il tifo nutre ancora fiducia e speranza ma propone anche tutta una serie di elementi capaci di trascinare centinaia di persone al Rocchi con il sorriso e gli occhi spalancati dalla gioia di esserci. Se è veramente questione di anime cerchiamo di fare uscire quella  del Grifo e uniamola a quella del popolo. In questo modo il Rocchi potrà diventare un paradiso.

Giancarlo Mallarini