Fare gli auguri al Grifone significa farli a tutti quei visi, occhi, capelli, piedi, bocche, nasi, sorrisi, lacrime e tantissimo altro ancora, che hanno percorso una strada lunga un secolo e 4 anni. Maggio 1912 – maggio 2016, distanza da brividi. A dispetto del tempo questo Grifone che spegne le candeline non ha rughe, non ha età, cammina carponi. Questo Grifone è bello, vestito bene, ha il cappello in testa, i guanti nelle ali, le scarpe alla moda in fondo alle zampe. Questo Grifone vive dentro il popolo che lo ama, è Peter Pan, mago Potter, Totò e Dario Fo, Albertazzi e Foà, è fiction e realtà, è il palcoscenico delle nostre fantasie, il suggeritore che aiuta, il protagonista che recita, il registra e l’operatore, la sedia e la poltrona, la scala e la buca. Nel nostro sottobosco personale questo Grifone vive e si agita come un pensiero stupendo o un temporale con tuoni e fulmini. E’ il nostro cammino mai terminato, la formula magica per sentirsi bene, viaggiare in posti sconosciuti, bere acqua di fonte. Sembra impossibile ma è così. Poco importa che il timoniere si chiami Quartaroli Fava, Anzidei, Camilli o Pincione. L’uccellaccio non conosce padroni, non si sottomette ne ai ricordi, ne alle speranze del domani, sbatte le ali al popolo, il suo unico vero amore. Visceralmente ricambiato. Per tutto questo tanti auguri Grifone, insieme spegneremo queste 104 candeline guardandoti negli occhi. Che sono anche i nostri.