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Leggo la risposta di Pincione e non posso non tornare indietro di un anno.
Indietro con i miei ricordi esattamente ad un anno fa.
E questa è la mia storia.
D’altronde sono anche i giorni più indicati per voltarsi indietro e cercare di abbozzare un consuntivo dell’anno che sportivamente si è concluso.
Ognuno di noi sa benissimo cosa ha significato il 2015/16 per l’Unione Sportiva Grosseto.
Ed ognuno di noi si è fatto anche un’idea delle dinamiche che sono state messe in gioco durante quei giorni di luglio di un anno fa.
Ho le mie convinzioni a tal proposito e non pretendo ovviamente che diventino le vostre ma io vivo a Roma, distante da tutto e da tutti, e quei giorni per me sono stati una gabbia da cui smaniavo di uscire il prima possibile.
Un esilio frustrante.
Allora una notte ho mandato tre mail, tutte diverse per forma e soprattutto destinatari, ma non per sostanza.
L’unico dei tre (i nomi degli altri due imprenditori potete tranquillamente immaginarveli) che mi rispose fu Simone Ceri.
Di seguito una stralcio di quello che ci scrivemmo.
Di seguito la storia di come l’ho vissuta io.
Nota: alcuni passaggi […] sono stati omessi per privacy.

Sabato 18 luglio 2015 Ore 14,20
Non ci conosciamo, quindi è necessaria una velocissima presentazione.
Mi chiamo Roberto Bongini, ho cinquant’anni.
I miei genitori sono maremmani[….]
[….]mio padre, all’epoca, lavorava in General Electric, società americana che la fece da protagonista durante gli albori dell’informatica[.…]
Sono sposato ed ho due figli, Camilla di 11 anni e Damiano di 9.
Lavoro in […]
Adesso sei più o meno a conoscenza del personaggio che ti sta scrivendo.
Questo, Simone, è il mio vissuto.
Possiamo passare al presente e al motivo che mi ha spinto a scriverti.
Come ti dicevo[…] la mia famiglia, da entrambe le parti, ha da sempre origini maremmane.
Ho trascorso i miei primi anni di vita molto più in Maremma che in città.
La mia adolescenza è stata costellata di fine settimana e di estati passate tra Marina e Follonica.
Quella, per me, è la mia vera e sola casa.
Amo Roma ma il mio istinto mi riporta sempre in quei luoghi.
Tuttora i venerdì, come posso, torno nella nostra casa, dove godo di una vista mozzafiato sul golfo.
Dove, cenando in veranda, posso perdermi nei profili dell’Elba, di Troia e Montecristo, infuocati dal tramonto.
Amo questa terra.
La sento scorrere nelle mie vene.
È una sorta di eredità genetica.
È dove vorrò morire.
Questo è qualcosa che, sono convinto, abbiamo in comune.
Ma non è la sola.
Noi condividiamo anche la sconfinata passione per l’Unione Sportiva Grosseto.
[…]
Mio figlio, Damiano, ha ereditato questo amore incondizionato per questa terra e per quella antica meravigliosa maglia che la rappresenta.
I fine settimana, ogni volta che possiamo, ci alziamo, facciamo colazione, prendiamo le nostre sciarpe e partiamo alla volta dello Zecchini.
400 km, da soli io e lui, con la consapevolezza e la complicità di due innamorati.
Ricordi che ci porteremo entrambi dentro fino all’ultimo giorno della nostra vita.
Lui adesso è a Gavorrano, dai nonni e ci sentiamo quotidianamente.
Ci diciamo sempre che ci manchiamo ma subito dopo mi chiede ‘Babbo, ma il Grifone troverà un presidente?’, oppure, ‘Babbo, mi prometti che in qualsiasi categoria giocheremo noi continueremo ad andare allo stadio?’.
Ovviamente ci saremo.
Rigorosamente in Curva Nord.
Adesso più che mai.
Ma io non riesco, anche se abito distante, a stare seduto ad osservare lo scorrere degli eventi.
Non sono mai riuscito a farlo in vita mia.

C’è una canzone di Mannarino che fa:

Puoi cambiare camicia se ne hai voglia
E se hai fiducia puoi cambiare scarpe…
Se hai scarpe nuove puoi cambiare strada
E cambiando strada puoi cambiare idee
E con le idee puoi cambiare il mondo…
Ma il mondo non cambia spesso
Allora la tua vera Rivoluzione sarà cambiare tè stesso
Io, nel mio piccolo, cerco di farlo ininterrottamente.
Credo molto negli uomini capaci di cambiare se stessi e il mondo, o quantomeno capaci di provarci.

Tu appartieni ad uno di questi.
[…]
Non puoi non provare a ‘cambiare’ lo stato delle cose.
È scolpito nel tuo DNA.
Una specie di condanna.
Credo che tu sia il prescelto.
Ascolta il tuo istinto, per questa volta, isolati da tutto il resto del mondo ed ascolta solo quello.
Seguilo e tutti ti seguiremo.
Staremo al tuo fianco, non saremo in molti ma tutti di valore.
Avremo la curva più bella.
L’entusiasmo si riaccenderà.
[…]
Adesso.
Ora.
Tu.
Tu e noi.
Non ho la presunzione di convincerti.
Ma ho la presunzione di averci provato.
Quell’irresistibile istinto a ‘cambiare’ il destino delle cose.
Perché si vive una volta sola e non farlo, non averci provato sarebbe la bestemmia più grande.
Grazie per avermi letto Simone.
Un saluto e, spero, a presto.

Firmato
Roberto e Damiano Bongini

Sabato 18 luglio 2015 Ore 22,08
Ciao, ho letto con piacere le tue parole. Ti confesso che l’argomento qualche grosso brivido me lo mette. Sei stato fin troppo generoso nei miei confronti…I miei tempi in curva Nord sono lontani anche se indelebili nel cuore. E sapere che qualcuno ne parla ancora mi riempie di orgoglio. Vediamo cosa verrà fuori lunedì. ..alla fine a Cascina e Guasticce ci siamo andati per anni…e più numerosi che negli ultimi anni di professionisti. Di una cosa puoi stare certo…se sarò dentro…i tifosi saranno coinvolti …per vigilare e sentirsi partecipi. Il mio sogno è restituire il calcio alla gente…senza pay TV. ..tessere…il mio calcio è polveroso…sanguigno…orgoglioso a volte cattivo. Il mio calcio è fatto di passione e non di esibizioni, vestiti buoni e cravatte. Ed è quello che ho messo a Roselle. Grazie di cuore…per tutto…e di pure a Damiano che in un modo o nell’altro …orgogliosamente…cambieranno i teatri ma non la fierezza della nostra gente…non i colori per cui soffrire…senza ammainare i vessilli…continueremo a giocare al calcio. Questo XXXXXXXXX è il mio nr. di cellulare. Chiamami quando ti pare…e rassicura tuo figlio…il grifone non muore.

Firmato
Simone Ceri

Di questo 2015/16 voglio conservarmi solo le cose “vere”, non quelle per “sentito dire”, ripeto solo quelle “vere”, quelle che ho toccato con mano.
Simone è una di queste.
Buon 2016/17 Vecchio Grifo.
Ci si vede in Nord.

“…e rassicura tuo figlio…il grifone non muore….”

T&GO

Roberto Bongini

2 thoughts on “La mia storia

  1. Ma falla finita, ti ho portato io in curva ed a Grosseto , ti ho fatto conoscere mare e monti , personaggi e tifosi…manco sapevi che esisteva una realta’ simile. Sei comunque un grande scrittore e su questo non si discute. Ma dov’eri negli anni passati ? Dai Roby…falla finita…..non ti erigere a paladino come fanno tanti giornalisti che a malapena sanno scrivere. A differenza tua che sei pure una persona molto intelligente .
    Con stima . Mauro Ambrosio

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