Per ultimo entra Gigi.
Chiude la porta.
E’ un gesto che implica e prelude un confronto.
In mano ha una cartellina.
L’appoggia sull’lettino dei massaggi e la apre.
Tira fuori una ventina di fogli e penne.
Distribuisce il materiale a tutti i suoi calciatori che restano seduti a guardarlo ammutoliti.
Poi Gigi guadagna il centro dello spogliatoio.
Da li riesce a guardare tutti negli occhi.
“Adesso scrivete su quei fogli le vostre più intime paure. Se credete di non averne, scrivete comunque qualcosa che avete difficoltà a confidare. Domani, quando ci rivedremo, leggerete davanti a tutti quello cha avete scritto, nel punto esatto in cui mi trovo io in questo momento. Chi si presenterà con il foglio in bianco starà fuori per un mese. Buona serata.”
Gigi sorride ed esce dallo spogliatoio.
Per alcuni secondi il silenzio non viene rotto da nessuno.
Poi, il primo a parlare è Hysa.
“No capito cosa volere Mister….”
La replica più veloce è quella di Gorelli.
“Niente, tranquillo Hysa, il Mister ha detto che starai fuori un mese.”
Una risata generale riecheggia ed aiuta a distendere un po’ l’ambiente, mentre Hysa, impensierito per questa esclusione, borbotta qualcosa di indecifrabile anche per se stesso.
I ragazzi si docciano e si rivestono ma il solito vociare è sostituito nell’aria da un percepibile imbarazzo.
Molti di loro, mentre chiudono i borsoni e inforcano le cuffie per ascoltare le loro playlist, riflettono sulla crudeltà del mondo, soprattutto quando la materia che si sono portati più volte a settembre è proprio “italiano scritto”.
Alcuni finiranno a notte fonda, altri si faranno aiutare dalle mogli, i meno dignitosi dai propri figli, ma alla fine, chi più chi meno, terminerà il compitino.
Unica eccezione Hysa che passerà la notte, al telefono con il suo procuratore, a congegnare un discorso chiarificatore, da fare a Consonni, per comprendere i motivi della sua incomprensibile esclusione.
Il giorno dopo, a fine allenamento, stessa scena del giorno prima.
Per ultimo entra Gigi e chiude la porta.
“Adesso vi chiamerò e, uno ad uno, vi recherete in mezzo allo spogliatoio per leggere quello che avete scritto davanti a tutti. No…. aspettate un attimo. Tu chi sei?”
“Sono il procuratore di Hysa, vorremmo parlare un minuto con lei dell’esclusione di un mese che ha inflitto al mio assistito.”
Gorelli, ma non è il solo, trattiene a stento una risata mentre Gigi capisce tutto al volo, sorride e prosegue.
“Capisco, mi aspetti fuori , cortesemente…. Allora, vediamo un po’, inizia Matias….anzi no , inizio io.”
Quello che succederà, nelle abbondanti 12 ore successive, resterà ovviamente all’interno dello spogliatoio (è una delle leggi non scritte più importanti del calcio).
Scrivere, per alcuni di loro, sarà stato un atto rivoluzionario.
Per altri creativo.
Per altri ancora liberatorio.
Per alcuni sarà stato un travaglio.
Ma scrivere avrà consentito a tutti di dare forma ai propri timori, dandogli l’opportunità di osservarli dall’esterno.
Mettersi a nudo davanti ai propri compagni di gioco creerà nuove intese e ne rinsalderà altre.
Ci sarà empatia dove precedentemente c’era solo formalismo.
Per tutti, parlare in pubblico, sarà comunque stato un atto di coraggio.
Usciranno dall’impianto sportivo a notte fonda, ma qualcosa, in ognuno di loro, sarà cambiato per sempre.
Consonni, arrivato al parcheggio, sentirà russare rumorosamente.
Poco distante, dentro una macchina, il procuratore di Hysa si sarà fatto sopraffare dall’attesa.
La domenica successiva, contro l’Atletico Cenaia, il Grifone vestirà una nuova pelle.
Mentre qualcuno, seduto in tribuna, rifletterà sull’opportunità o meno di cambiare procuratore o frequentare un corso serale di italiano.
Avevo solo voglia di un po’ di leggerezza.
T&GO
Bell’ articolo , mi hai fatto ridere!