La trasferta a Piombino è stata salutare. Sportivamente è arrivato un successo corroborante per un ambiente ampiamente rinnovato nello spogliatoio come nella panchina. Ci voleva, serviva come il sole d’estate e la neve d’inverno, serviva al fisico e all’anima. Moralmente è stato importante. Riaffacciarsi al Magona ha significato respirare uno stadio antico, ricco di una storia professionistica, che i tifosi anziani conservano nel cuore riuscendo a trasmetterla alle giovani generazioni. Nessun coro di contestazione, assenti offese varie dopo una sconfitta casalinga, nemmeno un cenno ai fasti passati. I ricordi usati come una bandiera, orgogliosa ma mai arma di confronto con il grasso e ricco passato. Sullo sfondo lo spicchio dedicato alla gente biancorossa, quella mai arresa, mai lacrimante, mai soffocata dalla malinconia del “come e dove eravamo”. Incamerato come una lezione di vita sportiva, il viaggio a Piombino fa da trampolino al campionato alle porte. Un momento cruciale, dunque, prima di imboccare la difficile strada che attende il Grifone. Mister Miano ha spiegato come, durante l’intervallo, sia intervenuto per rianimare i ragazzi apparsi spenti, quasi assenti nel primo tempo. “Ho usato la parola vergogna” ha detto il tecnico. Il concetto si può, anzi si deve, adoperare rivolgendosi all’ambiente strettamente legato ai biancorossi. Vergogna è aprire la bocca per screditare, gettare fango e altro verso chi si ripropone per portare avanti il pesante vagone del nostro calcio. La perfezione non esiste, gli errori sono stati commessi e altri ne arriveranno, ci saranno sbandate, uscite di strada. Quello che si deve applaudire è la volontà di restare, di continuare, di costruire con i mezzi a disposizione. Bari ha calamitato De Laurentis, nel passato Grosseto ha attirato Quartaroli Fava, quindi un americano e uno sceicco risultati poi vuoti come una borraccia nel deserto quando hai sete. Il concetto da ribattere è che noi siamo questi e dobbiamo accettarlo. Chi ha in mano il Grosseto non va abbattuto con critiche banali e senza contenuti reali. L’ironia va saputa amministrare e saputa esprimere. Grosseto non si coagula su niente, le divisioni fanno parte integrante del nostro tessuto, dalla mattina alla sera è un gioco al massacro su le tante questioni sociali mai risolte. Tutti hanno ragione, ma chi opera veramente sono rari come i porcini in riva al mare. Lanciare un appello all’unità non appare quindi una novità. Questa volta ci arrangiamo con un bacio al Grifone, chi saprà capire l’importanza del gesto si faccia avanti, chi non la intuisce si faccia da parte. E, soprattutto, resti in silenzio una buona volta.
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Parole giustissime!!!!e’ l’ora che chi non capisce si faccia da parte.Un bacio al grifone
Ho apprezzato l’articolo, pur condividendolo solo in parte. Non ho ben compreso -penso per mia scarsa perspicacia – CHI dovrebbe farsi da parte e restare in silenzio.