Nonostante abbia ormai raggiunto un’età in cui di esperienza ne dovrei avere accumulata abbastanza, io, ancora oggi, ogni volta che mi capita, ci resto male.
Persone che prima frequentavano lo stadio assiduamente, adesso non ci mettono più piede.
Attenzione, non sto parlando di quelle fasi della vita in cui, per mille ragioni, si devono cambiare le priorità e quindi, di conseguenza, le abitudini.
Sto parlando di te che hai semplicemente sostituito l’U.S.Grosseto con una parabola satellitare o ancora peggio con un’altra squadra, ovviamente, di serie A e naturalmente, il più possibile vincente.
Come si fa a barattare un amore?
Quale “sana” soddisfazione ti può dare tifare per una squadra che non ha nulla a che vedere con la tua storia personale e con le tue origini?
Parlo di “sana” soddisfazione perché, invece, quella di cui soffri tu non è altro che la proiezione, contraffatta, delle tue frustrazioni, dei tuoi insuccessi, dei tuoi fallimenti e delle tue umiliazioni che cerca riscatto nei successi altrui.
Successi che in realtà non ti appartengono, successi che ti aiutano soltanto a distaccarti dalla realtà come una bottiglia di vino scadente lo è per un alcoolizzato.
Parlo con te.
Si.
Proprio con te.
Con te che stai vivendo una vita non tua, che stai esultando e gioendo di successi non tuoi, con te che stai tifando una squadra che appartiene ad una terra e ad una città in cui si parla un dialetto che tu neanche capiresti.
Posso arrivare a comprendere di simpatizzare , è inevitabile e in parte lo faccio anche io, per una squadra della massima divisione ma arrivare ad abbandonare del tutto la squadra della propria città…questo no, questo mai!!!
Esiste una pagina FB dal nome “Tifosi e simpatizzanti Grosseto calcio!”, nel nome c’è già la differenziazione tra tifosi e simpatizzanti, ma tu non appartieni a nessuna delle due categorie.
Tu sei il “nulla”.
E quando ti ripresenterai allo stadio, perché succederà molto prima di quello che pensi, ti accoglieremo per l’appunto come se “nulla” fosse successo.
E a quelli che penseranno, leggendomi, che sono troppo radicale in questo mio giudizio, rispondo che per me esiste solo un modo di vivere il calcio e di questo non esistono compromessi.
Il calcio è passione e le passioni si vivono solo con il cuore.
Ed il cuore non si baratta.
Ma certe cose non si posso spiegare.
O ce l’hai, o non ce l’hai.
Ciao, uomo banale, a presto.
Le passioni moderate producono uomini comuni.
(Denis Diderot)
Non si può descrivere la passione, la si può solo vivere.
(Enzo Ferrari)
È appassionandosi che si vive e vibra, tutto il resto è un arrancare stanchi.
(Anna Salvaje)
T&GO
Sono d’accordo nella misura in cui s’intende la PASSIONE in senso etimologico, dal latino “patior” = SOFFRO, PATISCO. Voglio dire che effettivamente da oltre un lustro tifare Grosseto significa molte cose, ma soprattutto significa SOFFERENZA e PATIMENTO, in assenza pressoché totale di gioie e gratificazioni. Devo dire che è diventato così difficile trovare le motivazioni per recarsi allo Zecchini che onestamente non mi sento di biasimare chi ha gettato la spugna.Tutto ciò da parte di uno che (forse pecco di monotonia e di retorica nel ripeterlo ancora una volta) in mezzo secolo non ha mai abbandonato la navicella biancorossa, neanche a questo giro, pur tra mille incertezze, amarezze, delusioni, perplessità, scetticismi e chi più ne ha più ne metta, riservandosi, questo sia ben chiaro, il diritto di critica, quando è il caso anche aspra, “cattiva” e spietata.
Muha E’ Tornato Sesto …
Assenza pressoché totale di gioie…gratificazioni
Buonasera