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Il calendario specifica che domenica 10 marzo è la 25esima giornata del campionato, il decimo turno del girone di andata. Accanto ai numeri c’è il nome Fucecchio, l’ultimo ostacolo verso la serie D. Quindi è una domenica decisamente importante. Non solo sotto l’aspetto puramente sportivo. L’abitazione dell’uccellaccio è divisa in tre vani: passato, presente, futuro.
Il trascorso vive di splendidi ricordi, di stadi mai visitati, di un Grifone rigoglioso. Accanto una storia decisamente meno brillante, un passaggio denso di persone tristi dove il Grifo è appassito fino a marcire le sue origini. Il contemporaneo racconta di un ritorno alla normalità fatto di impegno serio, ricerca della luce, costruzione affidata a mattoni veri. Domenica 10 marzo rientra in questo alone di viva realtà. Quel pomeriggio è un passaggio cruciale, da quello che eravamo a quello che desideriamo essere. Ha il sapore della rinascita vera e propria, ha l’odore buono di futuro. Già il futuro. Questa stanza non è ancora stata riordinata. Mancano i servizi essenziali, i muri necessitano di una rinfrescata, il pavimento è ancora da costruire, il tetto accusa qualche infiltrazione d’acqua, l’energia elettrica è ancora da allacciare. Manca anche l’indirizzo, che potrebbe essere diverso dall’attuale visto che una nuova realtà si sta velocemente sviluppando. L’unico tarlo del popolo, e non solo, risiede in questa stanza priva di finestre e con l’unica porta chiamata “primi di giugno” quando avverrà l’incontro tra le parti in gioco.
Domenica 10 marzo, allora, diventa un ariete non solo sportivo, il grimaldello necessario per passare dal presente al futuro, un pomeriggio di festa per la società, il popolo, l’orgoglio troppo a lungo calpestato e irriso, l’anniversario da ricordare con il sorriso. Esserci tutti, dal primo all’ultimo cittadino, è un dovere da onorare, in nome della città dove viviamo.

Giancarlo Mallarini