C’era una volta una scimmietta che cresceva felice nella giungla.
Giocava tutto il giorno con i suoi amichetti ed aveva un padre e una madre molto affettuosi.
Passavano i mesi e la scimmietta diventava sempre più forte e indipendente.
Poi arrivò il giorno in cui, salita su un albero molto alto, dovette lanciarsi, per la prima volta, nel vuoto, afferrare una liana e volare su un altro albero.
Gli attimi che precedettero il salto non furono facili.
Prima di lei almeno la metà delle scimmiette che la precedevano avevano esitato fino a rinunciare al salto.
Anche lei aveva paura ma sapeva che riuscire in quel salto era una tappa fondamentale per la sua vita.
Quando fu il suo turno sentì il sangue invaderle il musetto e il cuore le batteva talmente forte che sembrava volesse uscirle dal petto.
Fece un respiro profondo e chiuse gli occhi per qualche secondo, come per chiamare a raccolta tutte le sue forze e il suo coraggio.
Poi si lanciò nel vuoto.
La paura scomparve in un baleno.
La sua mente era improvvisamente lucida e sgombra da qualsiasi nuvola.
Afferrò con sicurezza la liana e poi con altrettanta abilità e tempismo lasciò la presa e dopo qualche secondo atterò su un solido ramo.
Lanciò un urletto liberatorio e poi si girò a guardare il tragitto che era riuscita a compiere.
Deglutì e si sentì adulta.
Aveva sconfitto la sua prima paura da sola, senza l’aiuto di nessun altro.
Era sempre lei ma in una nuova pelle.
La sensazione fortissima di appagamento che aveva provato fu una droga che ricercò spesso durante tutta la sua esistenza.
Ogni volta che ne ebbe occasione accettò le sfide che gli si posero davanti solo per percepire nuovamente quell’attimo.
Solo per sentirsi veramente viva un’altra volta.
E un’altra volta ancora.
Tutta la vita che scorre nel mezzo cade nell’oblio.
Quelli che alla fine restano sono solo quei momenti.
E solo per quelli vale la pena vivere.
Ci siamo.
Siamo arrivati al momento che tutti aspettavamo.
Dopo aver sceso quattro gradini, in pochi anni, è arrivato il momento di salirne nuovamente uno.
Non ci sarà spazio per la paura.
Il Carlo Zecchini dovrà puzzare di adrenalina lontano un miglio.
Domenica ci giocheremo una grossa fetta, anzi la fetta più grande, di questo campionato.
E’ uno di quei momenti che fanno di questo sport una delle sette meraviglie del mondo, personalmente secondo solo al fondoschiena di Belen.
Sono queste le partite per cui vale la pena sacrificarsi per mesi e mesi.
E non parlo solo dei giocatori ma di tutti, dal magazziniere all’ultimo dei tifosi.
In certi appuntamenti non c’è spazio per il timore.
Dobbiamo aggredirli fino a frantumare le loro certezze.
Devono uscire dal campo sconfitti sia nel risultato che nelle loro consapevolezze.
Devono tornare a casa ridimensionati definitivamente nelle loro aspettative.
Questo campionato è roba nostra e solo nostra e domenica lo dobbiamo affermare con forza.
E se qualcuno pensa che, per noi, i risultati utili possano essere due commette un errore fatale.
Il pareggio non è contemplato, il pareggio è il compromesso tra l’irresoluto e il rinunciatario.
Il pareggio è dei pusillanimi.
Noi volgiamo i tre punti.
Noi vogliamo spazzarli via.
Noi vogliamo che domenica sera il vessillo biancorosso domini incontrastato la vetta della classifica.
E così sarà.
Qualcuno mi chiede di scrivere anche una sorta di appello verso la città a stringersi attorno alla squadra.
Declino con fermezza l’invito per due motivi.
Ho la convinzione, non per falsa modestia ma per realismo, di non avere questo potere e se anche lo avessi non lo eserciterei.
Non chiederò mai a qualcuno di amare perché lo ritengo uno degli atti più miseri che si possano fare.
A me, francamente, bastano quelli che siamo.
Degli altri, sempre per restare molto franco, m’importa il giusto.
Avanti Grifo!!!
Avanti Grifo!!!
Avanti Grifo!!!
T&GO
beh, che dire? solo che invidio i nostri giocatori che possono scendere in campo, nel nostro stadio, per disputare una gara cosi impprtsnte. Per me ( come per tanti altri altri tifosi) che il Grosseto è anche una ragione di vita, non resta che aspettare le 14.30 di Domenica ed affrontare il Fucecchio, con il dovuto rispetto, con la testa giusta, con la massim concentrazione, ma anche con la consapevolezza della nostra forza, che ci ha permesso di essere primi in classicica della prima giornata.
Concordo su tutto, tranne che su un punto, peraltro non secondario: il fondoschiena di Belen, nel senso che gli antepongo quello di Jennifer Lopez.
Ci siamo…con coraggio, senza pensare al dopo, solo il qui e ora…solo il campo, i tifosi e un obiettivo…Vincere!