Ospite di oggi David Cataldo, alias David Giglio. Uno di quelli che ho imparato a conoscere con il tempo, un po’ come m’è capitato con il vino. Uno di quelli che la pensa su molti argomenti in maniera diametralmente opposta alla mia, ma per qualche arcana ragione ne stimo la coerenza e la franchezza, uno che ci mette sempre la faccia. Se poi si parla di Grosseto, allora le nostre strade si avvicinano, fino quasi a sovrapporsi. Signore (pare sia anche bellino) e Signori, un personaggio senza mezze misure e carismatico, sovversivo e scomodo, galante e molto più sensibile di quanto ci tenga a far vedere…eccolo districarsi tra i miei punti interrogativi, David Giglio.
• Ciao David, come stai?
• Bene..come voi che sto’ ..chi m’ammazza a me?!?!?!
• Ho sempre pensato che sei una pellaccia. Il tratto più caratteristico della tua personalità, secondo me, sono le origini Gigliesi. Quanto l’hai dentro quell’Isola?
• Tanto, ma veramente tanto, io come tutta la mia famiglia. Te pensa, sono nato a casa, in camera mia, al Giglio, come il resto della mia famiglia, non in ospedale o in città. Sono uno degli ultimi “Nati all’Isola del Giglio”. Da questo particolare puoi capire quanto sia importante per me il senso d’appartenenza. Questo vale anche per Grosseto, la città che per noi è sempre stata un punto di riferimento, la più vicina e ti dirò anche la più simile per caratteristiche, gente orgogliosa e fiera delle proprie origini esattamente come i Gigliesi.
• Insisto sull’argomento, anche perché ho ricevuto l’educazione da un ex-marinaio, mio padre. Che cosa è per te il mare? Che cosa rappresenta?
• Il mare è la vita. Quando ti circonda, è lui che scandisce il ritmo della tua vita e decide anche per te. Il mare e il tempo, decidono loro se puoi lasciare l’isola, dove andare e quando. Devi rispettare i venti e le correnti. Non puoi opporti. Decidono loro se puoi andare a pescare e quanto. In quale direzione. Mi hanno insegnato a rispettarlo, perche è stata ed è la nostra fonte di vita. Prima di camminare ci insegnano a stare nell’acqua, per non annegare. Pensa, quando ci dicevano alle elementari di disegnare la famiglia, ci mettevo anche il traghetto, perché per tanti di noi era parte della nostra vita. Lo aspettavamo a sera come s’aspetta un familiare, era l’unico contatto con la terraferma.
• Tu sembri sempre andare in una direzione “ostinata e contraria” (cit.). Agli inizi quando ti leggevo, credevo fossi l’esatto contrario di quello che ero io. Convinzioni diametralmente opposte. Poi, invece, leggendo più attentamente tra le pieghe della tua personalità, mi sono accorto che c’era molto di più di quello che appariva esternamente, o di quello che vuoi far apparire superficialmente.
Perché hai deciso di colorare la facciata di colori forti e gli interni a tinte calde? E’ una scelta o una sorta di difesa?
• Sono veramente così. Dico quello che penso e, se ci credo veramente, non mi preoccupo della forma e delle conseguenze. Molti preferiscono essere più accondiscendenti, dire ciò che gli altri vogliono sentirsi dire, insomma non sono un ruffiano e non mi nascondo dietro un dito, è più forte di me.
• La curva e la politica possono convivere o quest’ultima dovrebbe stare fuori dagli stadi?
• Per come vedo il calcio ed il tifo, quando siamo in curva siamo tutti nella stessa barricata. Chi è accanto a me in quel momento è il mio miglior amico, è lì per il mio stesso motivo, la mia passione è anche la sua. Magari in settimana neanche ci salutiamo, però in quel pomeriggio abbiamo lo stesso sogno…vincere!!! Io credo che nel tifo non debbano esserci divisioni politiche. Forza muoviti fai quella domanda lo so ce l’hai sulla lingua.
• ahahahahahahah Non ne ho una in particolare, ma almeno un centinaio. Quale domanda ti dovrei fare? Carobbio?
• ahahahahah Hai visto!!! Sai quante volte me l’hanno fatta qui a Grosseto i giornalisti. Sono stato contattato anche un paio di volte da giornalisti di altri siti rinomati in Italia. Non ho mai risposto e lo sai perché? Perché ne ero disgustato. Troppo facile in quel momento venirmi a cercare. Loro secondo me dovevano essere i primi, per la professione che facevano, a dover essere muniti di spirito d’osservazione, non è possibile e non ci credo che nessuno abbia avuto sospetti. Meglio avere buoni rapporti col giocatore di turno per strappargli un’intervistina facile, facile, o avere un paio di soffiate sui pettegolezzi del Mister. Io ho rischiato querele e diffide e poi a bocce ferme, senza rischi e senza sporcarsi le mani la domanda: “Ciao, mi racconti come e’ andata?”. Ma ti levi…
• Ciao, mi racconti com’è andata? Ahahahahahahaha, scherzi a parte l’argomento ti fa ancora ribollire il sangue.
• Te pensa, mi fermarono in quattro, per strada a fine giugno…sono finiti tutti e quattro in galera. Carobbio tremava, quando balbettando diceva : “…per colpa tua devo cambiare città, io sono serio, ti giuro sulla mia figlia che non mi sono venduto…”. Era con Acerbis, Turati e Joelson. Mi fermò dicendo che il giorno dopo m’avrebbe denunciato. Gli dissi fallo: “c**** vuoi da me?!?” Dopo un po’ il tutto degenerò e passammo alle offese. Acerbis mi disse: “Con quelli come te non ci parlo, siete la rovina del calcio…” e tutti e quattro, mi ricordo come adesso: “… se siamo qui è per merito di Elio ..non per gente come te…”.
• Quale fu l’episodio che ti fece sospettare di più sulla loro integrità morale? A Bergamo con l’Albinoleffe?
• Tanto episodi, ma tanti. Chi segue la squadra e non ha gli occhi foderati se ne accorge. Gallipoli – Grosseto? Tutte le rimonte? Il fatto che la SNAI non facesse giocare gli over del Grosseto? Insomma tanti. Comunque, furono giorni difficili, per fortuna non ero da solo a difendere la nostra passione e ti garantisco che gli siamo rimasti impressi. L’anno successivo il Signo, che ogni tanto scrive sul muro mi disse: “Sai ero a Siena non so perché, ma ti manda i saluti Carobbio.”. Secondo te quanto c’ho rimesso a beccarlo? La cosa che mi dava più rabbia allora, era che mentre io ed altri ci mangiavamo il fegato, c’era chi ci andava a cena o ad alzare calici. Noi eravamo i matti che dovevamo farla finita.
• …e adesso, che si fa? come se ne esce?
• Recuperando i valori veri. Ricordandosi sempre che non ci sarà mai nessun giocatore che amerà questa maglia più di noi. Conta solo la maglia!!!
• Il fatto che nessuno aveva capito il vostro grido d’allarme come lo giustifichi? Non vi siete saputi spiegare, oppure sono stati gli altri a non volervi sentire?
• Io ricordo che l’abbiamo detto in lungo e in largo, mi sentivo dire “te sei matto” oppure “io a queste storie non credo”. Sicuramente, non avevo nessuna prova certa e più d’una volta ho sfiorato la querela per diffamazione. Molti dicevano “Sono bravi ragazzi, persone per bene…”. Il solito discorso che ti facevo sui giornalisti. Tanti c’hanno e c’avevano il loro tornaconto. Chi voleva magari avere qualcosa in più da scrivere, chi voleva avere un tavolo in più prenotato al ristorante, chi un accredito e chi un aperitivo da prendere. Noi eravamo i poveri matti, sempre pronti a piantare grane. Figurati se puntavano il dito contro…
• Passiamo al calcio giocato, forse è meglio. Che annata c’aspetta?Per cosa lotteremo?
• Quest’anno paghiamo ancora l’operato di quei quattro. Il Comandante ha fatto grandi sacrifici, ha dovuto ingoiare un boccone amarissimo, vedersi accomunato con certi delinquenti, sono sicuro, sia stato un duro colpo. Adesso ha messo in piedi una squadra molto buona sulla carta, ma che sul campo, però, dovrà dare il 150 %. La strada è tutta in salita ma io sono fiducioso. Adesso come adesso non dobbiamo porci un obiettivo ma vivere settimana dopo settimana, senza guardare la classifica ma pensando solo a fare punti.
• Archiviamo il calcio per un attimo. Il tuo menù ideale dall’antipasto al dolce?
• Mangio di tutto. Antipasto misto di mare, se c’è il crudo meglio. Spaghetti alle vongole veraci, almeno due etti. Anzi, spaghetti al sugo d’aragosta, come lo faceva mia nonna. Di secondo, frittura di paranza e per dolce la grostata…con la “g”.
• David, ma te sai sciare?
• Mammeglio!!! Guarda, c’ho pure provato un paio di volte. Due settimane bianche. La prima la passai a giro per le camere dell’albergo, ero in un 5 superiore e la mattina che mi svegliai più presto era mezzogiorno. La seconda c’andai con degli amici, al secondo giorno litigai col maestro di sci di Brunico, mi parlava ladino …no via, non fa per me la montagna…
• Facciamo il giochino della torre.
• Di solito io facevo il giochetto della bottiglia a Roma vi divertite male…la torre…mavvia…..cmq dai…
• Vedrai è divertente.
• …eh…da brividi!!!
• Livorno o Siena?
• Ma che domande….si spianano!!!
• Vino bianco o vino rosso?
• Rosso, anzi ti correggo e mi correggo …nero!!!
• Bionde o brune?
• Brune.
• Russi o Cubani?
• Salvo i Cubani…andrebbero salvati per davvero…
• Biancorossi.it o Grosseto Sport?
• Non me ne vogliano, ma quelli di Biancorossi.it sono dieci anni che ci sono. Mi ricordo il Pifferi, per esempio, a Pizzighettone, in tribuna. Faceva foto e scriveva. Pizzighettone eh!?!?!….non San Paolo….
• Torniamo per un attimo a fare i seri, ci racconti come avete vissuto la Concordia?
• ……………….male. Io ero a Grosseto quel venerdì sera, accesi il cellulare rientrato a casa e trovai alle due di notte 150 tra chiamate e messaggi. Come è stata vissuta? Come un pugno nello stomaco, come una tragedia che si abbatte nella quiete, all’improvviso, è una fitta allo stomaco ogni volta che la vedi. Non credo che sia facile da comprendere per chi la vede dall’esterno. La prima settimana, vedere casa tua su ogni canale televisivo, su ogni network, entrare in qualsiasi bar e vedere chiunque sentirsi in diritto di esprimere le peggio stronzate..giudicare e sentenziare…tutti lupi di mare quella notte e quei giorni seguenti. Senza presunzione, i Gigliesi hanno mostrato il grande cuore di un piccolissimo angolo di mondo.
• La rimozione? C’è professionalità e impegno?
• Si…è stato fatto un grande lavoro credimi. Specialmente dai soccorritori dei primissimi giorni e da chi poi ha bonificato la zona. I lavori stanno procedendo.
• Un aneddoto di quelle giornate?
• Sopra la barca del mio babbo, che era sulla spiaggia, i giornalisti, avevano posizionato le loro telecamere. Loro credevano di pagare una sorta di affitto. Invece babbo, appena l’ha viste, gliel’ha sbattute tutte in terra e ha messo un cartello: “Chi sale sappia che mi rompe i coglioni!!!”.
• Dimmene un altro.
• Una mia amica stava rientrando al Giglio, era andata a fare spese a Grosseto. Appena sbarcata l’hanno inquadrata e hanno fatto un servizio giornalistico, col suo volto, dal titolo “I TURISTI DEL TERRORE”.
• La professione del giornalista la puoi svolgere in tanti modi, tra cui quello più squallido…
• In quei giorni ho visto il lato più squallido. Ho veramente tastato con mano come sia facile fare disinformazione, montare le notizie a piacimento, manipolare l’informazione e arrivare dove si vuole.
• David, una di quelle cose in cui la penso come te (col Grosseto capita spesso) è la questione Lanzafame. Io la definisco il paradosso nel paradosso. Dimmi la tua?
• Lanzafame per come la vedo io non doveva venire a Grosseto. Sono convinto che lo sforzo di Camilli sia stato fatto in buona fede. Avrei preferito che si mettesse un punto definitivo su tutta la storia del calcio scommesse, della serie, qui non voglio neanche il puzzo di scommesse. Comunque adesso è qui. Mi fido di Camilli. Avrà calcolato tutti i pro e i contro.
• La buona fede del presidente non è in discussione e mai lo sarà. Credo però che andasse messo un punto, come dici te, grosso come tutta la Maremma.
• Si.
• Qual è il tuo ideale di tifoso?
• Se penso all’ideale del tifoso del Grosseto mi viene in mente Paolone. Oppure altre persone che m’hanno fatto innamorare di questi colori fin da piccolo, come il Mala, Simone Ceri. Perché? Perché quando eravamo in categorie infime, per loro il Grosseto era più importante del Real Madrid. Persone che hanno dato tanto a questi colori, sacrificando tempo ed affetti.
• Se il Grosseto nei prossimi anni tornasse in categorie inferiori, secondo te, ci sarebbe un abbandono generalizzato da parte dei tifosi, oppure, la storia degli ultimi anni ha fatto si che molti si sono legati al Grosseto al punto di non abbandonarlo più a prescindere dalla categoria?
• Voglio sperare che tanti che adesso si riempiono la bocca del Grosseto possano esserci anche un domani in contesti diversi. Tu questa rubrica la faresti anche in promozione?
• No, io non mi ci spreco in serie inferiori….più sotto della B non vado. Ma che domande mi fai???? Io ci sono e ci sarò sempre, di me non vi liberate più!!! Dammi il tuo ricordo più brutto e quello più bello legato al Grosseto?
• Il più brutto? Quando ero ragazzino e giocavo nelle giovanili del Grosseto. Post Anzidei, c’era stato il passaggio a Quartaroli Fava, andai al campo per gli allenamenti e non c’erano più neanche i palloni e l’acqua calda…Il più bello, troppo facile…Padova!!!
• A Roma i tifosi vogliono tutto e subito, a Londra quelli dell’Arsenal riempiono lo stadio anche se è svariati anni che mangiano la polvere e comprano solo giovani mezzi sconosciuti per rivenderli subito quando si affermano. C’è una tifoseria o un modo di vivere il calcio che ti entusiasma più degli altri?
• Il mondo inglese mi affascina. Il clima che si respira prima della partita e il forte senso d’appartenenza a prescindere da risultati e dalla categoria.
• Cosa ci manca per andare in A? O non c’andremo mai?
• Sono certo che con Camilli non ci manca niente. A quest’ora saremmo già dovuti essere in A se non ce l’avessero scippata…Sono certo che c’arriveremo!!!
• Hai qualcosa da dire ancora? Avresti desiderato una domanda che non ti ho fatto?
• Mhhh…fate una colletta per la prostata di Mauro.
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