Particolare la storia del capitano del Grifone, messo in disparte da Mario Somma per ruggini personali e riemerso dal singolare inferno durato circa 2 mesi con un gol in grado di fissare il definitivo 2-2. E dire che la sua partita non era iniziata nel migliore dei modi, pronti via e dopo 30 secondi ecco arrivare un fallo da rigore pesante come un macigno. Non si sbagliava dunque Somma a preferirgli tutti gli altri difensori centrali disponibili in rosa, aggiungendone per sicurezza di altri “inventati”, come Antonazzo e Celjak. Invece, la risposta è arrivata sul campo, sotto forma di un colpo di testa liberatorio, come l’esultanza per una rete dall’ampio significato. È addirittura doppia la riscossa di Ronaldo, accantonato sia da Moriero che da Somma. Problemi caratteriali alla base delle scelte e non può essere altrimenti, visto che il brasiliano sforna due assist vincenti, mette insieme una prestazione maiuscola, corre e lotta su ogni pallone, senza dimenticare di far emergere le doti tecniche. Sicuri che si possa fare a meno di un giocatore così? Una prestazione non fa il giocatore, però forse qualche gerarchia potrebbe cambiare e qualche elemento ritenuto intoccabile potrebbe davvero doversi sudarsi la maglia da titolare, al pari degli altri. Ecco forse l’aspetto più significativo che emerge dal cambio di allenatore. Tralasciando le valutazioni tattiche, le gerarchie tracciate da Somma sono sin da subito apparse fin troppo nette. Affermare che un giocatore “scenderà in campo anche con una gamba sola”, oppure che un altro “verrà impiegato solo se non ci saranno altre possibilità di scelta”, non fa mai bene ad uno spogliatoio. Ecco allora che la scelta di Camilli di tentare di riportare la serenità perduta nell’ambiente biancorosso, appare, sotto questo punto di vista, inevitabile. Spetterà al campo, adesso, stabilire se anche sotto il profilo dei risultati, Magrini e Consonni potranno tirare fuori dalle sabbie mobili il Grifone.