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Le lacrime, per dolore e rabbia muscolare, di Andreotti sulle spalle del padre, il ginocchio gonfio di Raito, l’assenza di Magrini dalla sala stampa, la gratificazione di Molinari per la bella rete di testa, che allunga la distanza dalle inseguitrici e accorcia quella dal traguardo. Sono gli spot visivi della settima di ritorno dove il Grifone soffre, attende, colpisce, soffre di nuovo, esulta. Non è stato facile. La gara ha prodotto otto cartellini gialli, due rossi, due infortuni biancorossi molto pesanti soprattutto sul piano umano. Sul piano calcistico potevano anche risultare deleteri visto che il Grifo ha chiuso la gara in dieci uomini avendo terminato le 5 (cinque) sostituzioni (tutte in meno di 20′) con Magrini a mangiarsi le unghie e il fegato fino al termine dei 5′ di recupero. Al triplice fischio l’uccellaccio contava sei lunghezze di vantaggio sulla seconda, distanza matematicamente non valida ma psicologicamente importante, forse decisiva a otto gare dal termine. La domenica ha anche evidenziato un tappeto erboso non ancora al top alla luce di troppe scivolate improvvise, controlli troppo brutti per essere timbrati solamente come difetti tecnici. Ridere e piangere anche per la Figc. Il cazzotto di Cuneo si aggiunge a tanti altri pugni ricevuti sul naso ma non ancora sufficienti per cancellare tutto e ricostruire.

Giancarlo Mallarini