Cori solitari riecheggiavano nel vuoto di uno stadio oramai continuamente abusato da tutti, dagli avversari alla terna arbitrale.
Un’atmosfera bizzarra e surreale per un manipolo di fedelissimi che non la meritano.
Le uniche urla sono quelle provenienti dalle panchine, due uomini di calcio, consapevoli che lo spettacolo che le loro squadre stanno offrendo non appartiene a quello sport.
L’ultima provocazione casalinga del Grosseto, l’ennesimo sogno infranto, la solita sbobba di rabbia e rassegnazione.
Una via di mezzo tra un torto subito e una ragionevole conseguenza.
Camilli si.
Camilli no.
Tutto ripiomba nella solita interminabile cantilena, tutto ricade per l’ennesima volta sul solito paio di spalle.
Non ho voglia di partecipare a questa ennesima ancestrale necessità di addossare la colpa o i meriti a qualcuno, non è mia intenzione.
Un uomo per cui nutro una stima e una simpatia istintiva.
Un uomo che come tutti è fallibile ma che ha raccolto successi con il carisma di un personaggio fuori dal tempo, appartenente ad un’era che non c’è più, un Don Chisciotte orfano dei suoi mulini a vento costretto a combattere contro perfide parabole per l’alta definizione telecomandate a distanza da un nemico invisibile.
Mi affranco da questa sorta di dipendenza, non avverto nessun bisogno di individuare un capro espiatorio o un anacronistico eroe condottiero, ho una serenità sufficiente per astenermi dal farlo.
Io non ho bisogno di lui e di nessun altro per vincere la mia partita.
Quella curva non era vuota ma piena di amici e facce a me care.
Quei cori non sono solitari, ma sono i primi, e per questo indimenticabili, che i miei bimbi hanno imparato a cantare.
Il mio Grifone non ha perso, semplicemente perché fa parte di un insieme molto più grande di una partita di calcio.
Un insieme che va da Albinia al Giglio, passando per le vie del tufo e finendo nei pozzi delle miniere di Gavorrano.
Un insieme dai mille profumi di selvaggina, di sottobosco e salsedine.
Un insieme fatto di amicizia vera, amore e passione.
Un insieme chiamato Maremma.
Impossibile perdere.
Resto ancora imbattuto e il mio Zecchini inviolato.
Io ho vinto anche stavolta, come sempre d’altronde.
Buon Natale gente.