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Inutile dire che da quando c’è Piero Camilli alla presidenza del Grosseto, un risultato così negativo non si era mai verificato. Provare a comprendere le cause di un tale fallimento non è così semplice come si potrebbe pensare. La lista degli imputati è lunga e tra questi vi è sicuramente la rosa del Grosseto che qualcuno ha definito non all’altezza, non di categoria o addirittura la peggiore da quando disputiamo il campionato di serie B. A dire il vero, a settembre, la maggior parte delle persone e degli addetti ai lavori non la pensavano esattamente così. I più avevano espresso pareri confortanti nei confronti dell’organico assemblato dal presidente Camilli. Ad essere equilibrati e con i piedi ben saldi a terra, al massimo potevamo pensare che la rosa non fosse completa in ogni suo reparto e potevamo nutrire qualche legittima perplessità nei confronti di elementi come Jadid reduce da un lungo ed importante infortunio. Niente però poteva minimamente far pensare ad un epilogo come quello che pian piano si è concretizzato. Diciassette punti in 21 partite sono troppo pochi per una squadra che nel suo organico può vantare delle certezze come Crimi, Jadid, Sforzini, giocatori scesi dalla serie A come Delvecchio, Lanzafame, giovani promettenti come Padella, Barba, Rigione e Donati, o giocatori considerati esperti per la categoria come Foglio e Quadrini. E’ ovvio che qualcosa non ha girato per il verso giusto e che le cause debbano essere ricercate anche altrove. Lo stesso Camilli, con i vari cambi di panchina, ha fatto capire che anche secondo lui questa squadra doveva e poteva dare di più. L’impressione però è che invece di migliorare, s’è finito per peggiorare la situazione, sfaldando sempre più un gruppo che probabilmente di fatto non si è mai consolidato. La mancanza di un’adeguata preparazione durante il ritiro estivo a causa dei fatti che ormai tutti quanti conosciamo bene, la necessità di recuperare in fretta i punti di penalizzazione lasciati in dote dalla prima sentenza sul calcioscommesse e probabilmente la convinzione di avere allestito uno rosa competitiva che potesse ambire a qualcosa di più di una tranquilla salvezza, hanno fatto si che si venissero a creare le condizioni che hanno portato al completo fallimento. Se da una parte è vero che la squadra non ha risposto sul campo per come avremmo voluto, da l’altra è anche vero che arbitraggi discutibili hanno fatto perdere per strada almeno 4/5 punti. Basta ricordare le partita di Vicenza, quella di Pescara (contro il Lanciano), quella di Cesena fino ad arrivare a quella contro la Reggina. Sia chiaro, non vogliamo certo dire che il Grosseto rischia di retrocedere per colpa degli arbitri, però è anche vero che in una situazione complicata come questa, aggiungere anche gli episodi negativi o a proprio sfavore è come sparare in testa ad un moribondo. Se è vero che nel calcio i torti arbitrali alla fine della stagione si compensano con i favori, possiamo dire che questa squadra, ripetendo le stesse prestazioni del girone di andata, nella seconda metà del campionato riuscirebbe a collezionare circa 21 punti. Ovviamente questi non basterebbero ad assicurare la permanenza in serie B, neppure attraverso la roulette dei play-out. Se però consideriamo che quest’anno la quota salvezza dovrebbe non superare quota 45 punti e che comunque, nella peggiore delle ipotesi questi basterebbero per assicurarsi l’accesso ai play-out, al Grosseto “basterebbe” mettere insieme 34 punti nel girone di ritorno, ovvero il doppio di quelli collezionati nel girone di andata. Una media di circa 1,62 punti a partita. Impossibile? No quando hai un presidente che si chiama Piero Camilli. E’ ovvio che qualcosa dovrà cambiare, sia a livello di organico che dal punto di vista mentale. Domenica a Novara si giocherà la prima partita del girone di ritorno e sarà importante non perdere, poi la serie B rimarrà ferma fino al 26 gennaio. Ci sarà il tempo per potersi preparare in modo adeguato, per poterci provare. Del resto il Grosseto, delle rimanenti 20 partite, 11 le giocherà tra le mura amiche ed è lì che dovrà provare a costruire la propria salvezza. L’impresa è difficile ma crederci ancora è un obbligo per tutti e del resto, come ha detto “qualcuno”, è pure gratis!.

Manuel Pifferi è un geometra di professione con una profonda passione per i colori biancorossi. È colui che ha ideato e realizzato il portale Biancorossi.it, oggi testata giornalistica registrata, divenuta nel tempo un punto di riferimento per i tifosi biancorossi. Iscritto all’Albo dell’Ordine dei Giornalisti come pubblicista dal 2013, ricopre anche ruolo di Direttore Responsabile.