C’è un forte bisogno di ritrovare un po’ di serenità agli sgoccioli di un’annata da dimenticare, dove un’estate più che travagliata ha inevitabilmente portato ad un girone di andata ben poco entusiasmante. E la serenità dei tifosi non può non passare dagli occhi e dalle parole del Comandante.
Si siede al tavolo come uno di noi e qualcuno non si fa troppi problemi a ricordargli subito, con voce decisa, che questa è casa sua, Grosseto è qualcosa che ormai gli appartiene. L’atmosfera si fa ovattata mentre Camilli inizia a parlare. Non si tira indietro, ammettendo i problemi piuttosto evidenti della rosa attuale. Gli strascichi delle pesanti vicende processuali che hanno coinvolto prima la Società e poi lui in prima persona, hanno inevitabilmente influito in modo negativo sulla programmazione dell’attuale campionato e sull’allestimento della squadra. Non c’è stato troppo tempo per costruire un futuro più solido perché le energie erano tutte concentrate sulla difesa, a livello giudiziario, della Serie B e dell’onestà personale. Quasi tutti gli elementi su cui si era investito non hanno reso al meglio ed anche la guida tecnica ha lasciato piuttosto a desiderare.
La cena procede ed il Presidente analizza in modo obiettivo i risultati ottenuti nel girone di andata. Inevitabilmente il discorso si sposta sugli episodi e su quei 6/7 punti che la dea bendata e le terne arbitrali hanno via via scippato al Grifone. Fra tutti, la traversa colpita da Quadrini nel finale della sfida interna contro il Brescia vibra ancora nella testa del Comandante. E non vanno ancora giù neanche il rigore assegnato ingiustamente al Vicenza e la superficialità con cui alcuni direttori di gara hanno convalidato almeno due goal avversari in dubbie situazioni di fuorigioco. C’è la sensazione che possa esserci un disegno piuttosto preciso che mira ad eliminare pedine scomode ai piani alti. «Quando decidemmo di dare alla Lega di Serie B un’identità propria, del tutto indipendente dalla Serie A, eravamo in 5: io ed i Presidenti di Frosinone, Piacenza, Triestina ed Albinoleffe». E’ semplice fare i conti e vedere chi è l’unico rimasto.
L’atmosfera si fa comunque più rilassata perché tutti capiamo che Camilli non ha la benché minima intenzione di smettere di lottare e di rinunciare al suo sogno ed al suo progetto. «Menichini è un bravo allenatore – confessa -, il 31 di Dicembre mi ritroverò insieme a lui ed al Direttore Sportivo per capire quello di cui abbiamo bisogno. Ed io ho tutta l’intenzione di acquistare il necessario. Cercheremo di sfoltire la rosa per dare spazio ai nuovi innesti e quelli che non vorranno andare via vorrà dire che si ritroveranno fuori rosa a girare intorno al campo». Gli innesti saranno probabilmente 5: un paio di difensori affidabili, un centrocampista, un esterno ed una punta. Nessun accenno a cessioni di pedine importanti.
Ci rendiamo sempre più conto quindi, come se ce ne fosse bisogno, che il futuro calcistico di questa città è solo nelle mani dell’uomo venuto dal Lazio che oggi siede tra di noi. Uno che ha portato il calcio vero a Grosseto, che si ricorda a memoria nomi ed episodi che risalgono anche ai primi dei suoi lunghi tredici anni di presidenza, e che farà di tutto per mantenere i riflettori puntati sulla Maremma ancora a lungo. Quando lui si lamenta, senza mezzi termini, che alcuni tra i tifosi e gli addetti ai lavori non mostrano più, o non hanno mai mostrato, affetto, riconoscenza e attaccamento per questa Società non possiamo che dargli ragione.
Vorremmo chiedergli che cosa succederebbe se davvero il Grosseto venisse retrocesso ma nessuno se la sente di pronunciare quella parola. Alla fine viene trovato il coraggio. Piero non risponde in modo troppo diretto ma si lascia scappare «è da tredici anni che sono qui…», lasciando spazio ad ogni interpretazione personale. La serata si avvia verso la fine ed il Comandante viene coinvolto in un brindisi alla Serie B a cui partecipa con entusiasmo. Fuori dal ristorante ci saluta uno per uno e torna alla macchina pronunciando le parole forse più importanti dell’incontro: «io sono qui e ci rimango!».
E’ evidente come Piero Camilli non abbia nessuna intenzione di mollare o di lasciare qualcosa di intentato e questo, in fondo, era proprio quello che volevamo sentir dire. L’entusiasmo è ancora forte, come forte è la volontà di ribaltare la situazione attuale. Tra poche ore inizierà una guerra da vincere assolutamente, fatta di 21 battaglie, ed il Grifone ha il suo Comandante saldamente al posto di comando. Quelli che domani mattina si dovranno svegliare presto per andare a Novara sono già a letto da un pezzo. Saranno solo in 5…