Per il Grosseto è un’altra partita da dentro o fuori, di quelle che non si possono sbagliare, ma ormai, da tempo, la squadra gioca sul filo del rasoio e l’impressione è che ogni punto lasciato per strada assuma sempre più il sapore della condanna.
Gioco frizzante. Proverà ad invertire un verdetto già scritto Checco Moriero, sicuramente l’allenatore più offensivo di quelli visti nell’attuale stagione. Aspetto non di poco conto, perché i biancorossi devono scendere in campo per vincere ogni partita da qui alla fine, senza tante distinzioni e perché difendersi, ormai, ha poco senso. Moriero ha più volte espresso il suo modo di vedere il calcio, basato su di un gioco frizzante sulle corsie esterne, su molti trequartisti dalla propulsione offensiva e sull’unico terminale in attacco, pronto a favorire gli inserimenti dei compagni di squadra. Non sempre il meccanismo ha funzionato in passato, ci riproverà ancora una volta Moriero, puntando sul 4-2-3-1, un modulo che è quasi un marchio di fabbrica e che potrebbe tornar buono per scardinare la retroguardia del Lanciano.
Nuove gerarchie. Solo 22 convocati, ma una buona abbondanza di scelta un po’ in tutti i settori del campo. Come da tradizione il tecnico salentino non ha dato molte indicazioni in settimana sugli interpreti che scenderanno in campo. Regolarmente tra gli arruolati Iorio, Crimi e Jadid, reduci da infortuni o da qualche problema fisico. C’è anche Delvecchio tra i convocati, un fedelissimo di Moriero al punto che certe gerarchie instaurate all’interno dello spogliatoio, potrebbero essere nuovamente soverchiate. Quel che è certo è che tra le due squadre ci sono 14 punti di differenza in classifica. Un divario che assomiglia ad un abisso, quasi impensabile ad inizio stagione e persino durante la gara di andata, quando gli abruzzesi “scipparono” la vittoria al Grosseto sfruttando un rigore generoso. Allo Zecchini passa l’ultimo treno, di quelli che tra le altre cose arrivano anche in ritardo, Moriero, appena rientrato, dovrà salirci di corsa.