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Niente da fare per il Grosseto che sperava in un bis dopo il successo sul Sassuolo. La squadra di Moriero, tra torti arbitrali, sfortuna e incapacità, perde l’opportunità per intraprendere un percorso basato sulla continuità di risultato.

Rigori maledetti. Il Verona prova subito a partire forte, confidando nel tridente offensivo composto da Gomez, Ferrari e Sgrigna. Proprio quest’ultimo spreca una buona opportunità dopo 5 minuti, quando al cospetto di Lanni colpisce male e spedisce sul fondo. Dopo 10 minuti, invece, lo stesso Sgrigna alza bandiera bianca e viene sostituito da Carrozza. È un cambio che al 25’ porta al calcio di rigore in favore degli scaligeri, Carrozza, infatti, si getta a terra dopo un contatto e inganna Borriello che indica il dischetto. Ferrari spiazza Lanni e regala il vantaggio alla squadra di Mandorlini. La reazione del Grifone però, è immediata perché al 27’ minuto Borriello indica nuovamente il dischetto, questa volta in favore del Grosseto, questa volta in modo corretto per un fallo di Crespo su Som. Dagli undici metri si presenta Piovaccari che calcia nuovamente male, come contro il Vicenza, e si fa neutralizzare il tiro da Rafael. Sull’occasione persa si materializza la più antica legge del calcio, perché il difensore Cacciatore s’infila in area da sinistra e trafigge Lanni sotto la traversa al 29’. Moriero corre ai ripari e inserisce Mancino al posto di Som. L’esterno, in non perfette condizioni fisiche, è costretto a lasciare il campo dopo appena 10 minuti, al suo posto entra Crimi.

Non cambia niente. La ripresa vede il Grosseto tornare in campo con la volontà di replicare ad un primo tempo in cui il Verona ha ottenuto il massimo senza particolari sforzi. Per questo, senza esitare troppo, Moriero sostituisce il centrocampista Mandorlini con l’attaccante Coulibaly, nella speranza di trovare maggiore vitalità in attacco. In realtà gli scaligeri fanno possesso palla e addormentano la gara, mentre il Grosseto appare confusionario e non riesce a impensierire i gialloblù. Ci provano Soddimo su punizione al 62’, Piovaccari su tiro respinto dalla difesa al 65’ e ancora Soddimo che, su iniziativa personale al 67’, costringe Rafael alla parata di pugno. L’unico sussulto arriva nel finale, quando Soddimo, su punizione, timbra la traversa. Troppo poco per salvare la faccia, troppo poco per salvare il salvabile di una stagione nera.

Lorenzo Falconi