Una piovosa domenica di Novembre fa da cornice all’inatteso debutto di dodici ragazzi inglesi sugli spalti della Curva Nord del “Carlo Zecchini”. Vengono da parti diverse dell’Inghilterra e hanno deciso di formare un gruppo ben nutrito unito dalla passione comune per una squadra di calcio: il Grosseto. In patria sono tifosi del Fulham, del Liverpool, del Celtic, del Newcastle, dell’Aberdeen eppure sono li, tra lo stupore comune, ad inneggiare ai colori biancorossi.
Riusciamo ad entrare in contatto con alcuni di loro e parliamo con Shane Meskel, londinese che vive a Brighton, cercando di capire meglio i motivi della loro passione e della loro presenza a Grosseto.
“Siamo un numeroso gruppo di amici sparsi un po’ dovunque in Inghilterra e qualche anno fa ci siamo resi conto che l’unica cosa che ci mancava davvero era la possibilità di tifare tutti assieme, compatti, per un’unica squadra. Non ci rivediamo del tutto nelle regole e nei costumi del “sistema calcio” giocato ai livelli più alti e abbiamo quindi cercato di individuare una formazione europea che militasse nelle leghe inferiori e che suscitasse il nostro interesse. E’ stata una scelta piuttosto lunga e difficile, alla quale tutti hanno preso parte. Abbiamo compilato una lista di circa 500 squadre da tutti gli attuali paesi europei e ognuno ha espresso la propria preferenza. Siamo arrivati a selezionarne dieci e, tra queste, la nostra scelta finale è ricaduta sull’Unione Sportiva Grosseto. Da quel momento abbiamo seguito ogni singola partita, abbiamo acquistato le maglie su internet e abbiamo cercato di imparare tutti i vostri cori. Quando ci ritroviamo tutti assieme a Londra andiamo a giro per le strade della città cantando l’inno! L’unica cosa che ci mancava veramente era di poter assistere dal vivo ad una partita e così siamo riusciti ad organizzarci per quella di domenica scorsa.”
Quei ragazzi portano con loro un bellissimo striscione, dove la bandiera inglese fa da sfondo alla scritta “Grosseto” e che recita a chiare lettere: “amiamo Grosseto, odiamo il calcio”. Ma qual è veramente il suo significato?
“Ci sono diversi motivi per cui abbiamo deciso di mettere la scritta “odiamo il calcio” sul nostro striscione”. Per prima cosa volevamo che a voi fosse chiaro il concetto che ciò che ci stava realmente a cuore era essere lì ed entrare in contatto diretto con i tifosi veri, indipendentemente dalla qualità della partita e dal risultato finale. Oltre a questo noi siamo dell’idea che il calcio, in tutta Europa, stia diventando un business esagerato a discapito dei veri tifosi: i biglietti per lo stadio hanno costi eccessivi, le televisioni sono ovunque e dettano regole inaccettabili, i presidenti sono troppo spesso persone che vengono da fuori, non legate al territorio che dovrebbero rappresentare, e non hanno minimamente a cuore le sorti delle loro società, se non per quello che riguarda l’aspetto economico.”
Quali sono state le sensazioni che avete provato in curva e cosa pensate della nostra tifoseria?
“Il vostro è un gruppo molto compatto. Raramente, durante le partite a cui abbiamo assistito in Inghilterra, abbiamo ritrovato nei tifosi la stessa passione che abbiamo visto domenica. Conosciamo benissimo tutti i problemi che avete dovuto affrontare negli anni passati: la delusione per la Serie A appena sfiorata, i processi del Calcioscommesse e l’intenzione della vostra dirigenza di lasciare. Nonostante questo l’amore per il Grosseto era ben evidente da dentro la curva. Prima di arrivare allo stadio eravamo un po’ preoccupati perché non sapevamo esattamente cosa aspettarci da voi. Eravamo coscienti che la nostra visita fosse del tutto inaspettata ma nonostante tutto abbiamo ricevuto un’accoglienza davvero fantastica! Ogni singola persona che ci ha abbracciato e stretto le mani ci ha davvero colpito. La nostra intenzione, adesso, sarebbe quella di riuscire a stringere un rapporto di amicizia sempre più profondo e duraturo. Purtroppo domenica siamo riusciti a venire solamente in dodici ma vi assicuro che ci sono tanti altri ragazzi che vi seguono dall’Inghilterra e che non vedono l’ora di poter assistere ad una partita del Grosseto. Per noi il risultato negativo di domenica non è stato importante perché siamo riusciti a stringere amicizia con molti di voi, a cantare insieme i vostri cori e, non per ultimo, a visitare finalmente la città.”
Quali sono i vostri piani per il futuro, avete già in programma la prossima visita?
“Il nostro obiettivo minimo è quello di seguire almeno una partita a stagione ma l’esperienza è stata talmente gratificante che cercheremo di essere presenti il prima possibile. Non abbiamo avuto finora la possibilità di visitare davvero la Maremma e di apprendere la storia di Grosseto. Sappiamo però che è una terra stupenda e ci farebbe piacere conoscerla più a fondo.”
Cosa vorresti dire ai tifosi che hai conosciuto domenica e agli altri che ancora non conosci?
Mi piacerebbe salutarli con il coro che ci ha accompagnato durante tutta questa trasferta: “We flew to Italy (abbiamo volato fino all’Italia), we fucking hate Chelsea (odiamo fottutamente il Chelsea), GROSSETO OHHHHHHH, GROSSETO OHHHHHHH!”